Sistema ormai automatizzato fa dialogare direttamente Asl e istituti scolastici
di Barbara Di Chiara
Nessuna 'corsa al certificato' per iscrivere i bambini a scuola. L'anagrafe vaccinale attivata dal ministero della Salute, spiegano fonti del dicastero all'Adnkronos Salute, evita infatti ai genitori l'obbligo di presentare entro il 10 luglio, come era previsto dal decreto Lorenzin ancora oggi in vigore, la certificazione delle avvenute vaccinazioni per l'iscrizione alle scuole. Il sistema è infatti oggi del tutto automatizzato e sono le Asl a comunicare i dati agli istituti scolastici. E nel caso in cui non si risulti in linea con la legge, le irregolarità sono già state comunicate dalle Asl di riferimento, entro il 10 giugno, al dirigente scolastico. Il quale, entro il 10 luglio, deve richiedere i documenti mancanti ai genitori. Questi ultimi avranno a loro volta 10 giorni di tempo per produrli.
Se per l'anno scolastico 2018-2019 occorreva presentare i certificati vaccinali o una autocertificazione entro il 10 marzo 2019, per l'anno scolastico 2019-2020, le cui iscrizioni sono avvenute a febbraio, non c'è bisogno di autocertificare e certificare nulla perché a novembre 2018 il ministero ha istituito l'anagrafe nazionale, e i sistemi regionali sono a regime da aprile e hanno trasmesso i dati. Mancano solamente quelli delle province di Trento e Bolzano. I genitori non devono dunque comunicare nulla alla scuola. Se c'è qualche problema informatico, il dirigente scolastico li contatta per risolvere la situazione. E nel caso di mancata volontà di vaccinare il bambino, scatteranno le sanzioni previste. Anche dal ministero dell'Istruzione confermano che il sistema è a regime e che i genitori non devono presentare documentazione a meno che non venga richiesta dalla scuola.
Fonti del ministero dell'Istruzione spiegano all'Adnkronos Salute che sarà necessario presentare la certificazione cartacea delle avvenute vaccinazioni solo nel caso in cui, dopo lo scambio dei dati tra le Asl e le scuole, emergesse che il proprio bambino non sia in regola con gli obblighi previsti ai fini dell'iscrizione scolastica. L'ipotesi di dover presentare documentazione cartacea, dunque, emergerà solo in caso di problemi nel sistema informatico o di incongruenze: in tale caso le famiglie vengono contattate e possono dimostrare la regolarità della situazione vaccinale del bambino.
In una nota congiunta i due ministeri confermano poi quanto descritto dall'Adnkronos Salute. "In riferimento alla scadenza del 10 luglio - si legge nella nota - per la presentazione dei certificati di avvenute vaccinazioni per le iscrizioni scolastiche, prevista dalla normativa vigente (cd. legge Lorenzin), il ministero della Salute e il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca precisano che, essendo stata attivata l'anagrafe nazionale vaccinale, i genitori non hanno più l'obbligo di presentare la documentazione, perché il Sistema ormai automatizzato fa dialogare direttamente Asl e istituti scolastici". "Grazie all'anagrafe vaccinale - si legge ancora nella nota - le situazioni irregolari sono già state comunicate dalle Aziende sanitarie alle istituzioni scolastiche che provvederanno a richiedere i documenti eventualmente mancanti ai genitori. Questi ultimi avranno a loro volta 10 giorni di tempo per portarli a scuola. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha istituito l'Anagrafe nazionale con decreto ministeriale del 18 settembre scorso. Tutte le Regioni hanno avviato da aprile la trasmissione dei dati, tranne le Province autonome di Trento e Bolzano che saranno presto a regime".
Intanto si registrano passi avanti nell'iter del ddl che prevede le nuove norme in materia di vaccinazione. "Abbiamo fatto tantissime audizioni per rendere il dibattito il più ampio possibile. Adesso siamo in attesa dell'ultimo parere della Commissione Bilancio al testo. Una volta ottenuto si voteranno gli emendamenti in Commissione Igiene e Sanità e mi auguro di riuscire ad approvare il testo in Commissione entro fine luglio" spiega all'Adnkronos Salute Pierpaolo Sileri (M5S), presidente della commissione Sanità del Senato. "E' ovvio - aggiunge - che poi dovrà essere calendarizzato e votato in Aula, secondo le tempistiche che deciderà la conferenza dei capigruppo. Dopodiché andrà in seconda lettura alla Camera".