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"Arresto Marco Carta fu illegittimo"

E' quanto scrive il giudice, che il 1° giugno non convalidò l'arresto del cantante per "carenza di indizi", nell'ordinanza del tribunale

Marco Carta (Fotogramma)
Marco Carta (Fotogramma)
10 giugno 2019 | 18.08
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Una "carenza di gravità indiziaria" rispetto al quale l'arresto di Marco Carta "non può ritenersi legittimo". Con queste parole il giudice di Milano Stefano Caramellino ha deciso, lo scorso 1 giugno, di non convalidare l'arresto del giovane cantante accusato insieme a una donna di 53 anni d furto aggravato alla Rinascente di piazza del Duomo a Milano.  Nell'ordinanza del tribunale, diffusa solo oggi, si ricostruisce il presunto furto dal grande magazzino di sei magliette di marca del valore di 1.200 euro. Il racconto dell'imputato, a dire del giudice, "non è allo stato scalfita da alcun elemento probatorio contrario". E coloro che hanno provveduto all'arresto "non hanno visto alcunché dell'azione asseritamente furtiva".

Il testimone oculare, un addetto alla sicurezza, descrive un atteggiamento sospetto, ma tali elementi sono "del tutto eterei, inconsistenti: è normale che due acquirenti si guardino spesso attorno all'interno di un esercizio commerciale di grande distribuzione" e l'ipotesi che stessero controllando di non essere seguiti da occhi indiscreti "è formulata in modo del tutto ipotetico".

Anche il fatto che abbiano cambiato piano per provare le magliette "è compatibile con il proposito di trovare un camerino di prova libero" nel giorno di offerte del 'black friday'.  Se gli imputati hanno confermato i movimenti raccontati in parte dal testimone presente nel negozio, ne hanno aggiunti di altri dando una "credibilità" alla loro versione. 

"D'altronde, il fatto che lo sguardo dell'addetto alla vigilanza non sia stato fisso sui due arrestati è riscontrato dal fatto che neanche lui ha affermato di avere visto l'inserimento degli abiti nella borsa, né egli ha precisato in mano a chi fosse la borsa dopo che essa era stata appoggiata nel camerino, né egli ha affermato di avere sentito alcun rumore compatibile con la rottura delle placche antitaccheggio", avvenuta con un cacciavite.

"Non è possibile - si legge nell'ordinanza del giudice - ritenere che la rottura delle placche antitaccheggio sia avvenuta in un tempo successivo al primo inserimento dei vestiti nella borsa dell'imputata", che è avvenuta nello spazio dei camerini. 

Dunque "vi è pertanto carenza di gravità indiziaria" a carico di Marco Carta che è stato immediatamente liberato, visto che "l'arresto non può ritenersi legittimo". Per il giudice, il vincitore di Sanremo e del programma 'Amici' "non deteneva all'uscita dell'esercizio commerciale la borsa contenente i vestiti sottratti: lo si ritiene sulla base delle indicazioni del verbale d'arresto secondo cui 'la donna risultava avere riposto le maglie appena sottratte ed il cacciavite utilizzato per rimuovere le placche antitaccheggio nella propria borsa personale'". 

La flagranza scatta sulla base di una diretta percezione, non per informazioni sommarie rese da terzi, in questo senso "nessuna circostanza descritta nel verbale d'arresto costituiva sufficiente sintomo, percettibile agli operanti, del concorso dell'imputato nell'azione autonomamente posta in essere dall'imputata, che si trovava semplicemente in sua compagnia". Carta, imputato insieme all'amica Fabiana Muscas, dovrà affrontare un processo che inizierà il 20 settembre prossimo.

IL LEGALE - A 10 giorni dell'arresto e nel giorno in cui emergono stralci dell'ordinanza, l'avvocato Simone Ciro Giordano, legale del cantante, torna ad auspicare che "possa avere fine il 'giudizio parallelo' celebrato dai media e nella rete, con tutto il corredo di storture che immancabilmente lo caratterizzano rispetto all'accertamento processuale vero e proprio". 

La speranza del difensore è che quanto scritto dal giudice possa "far pulizia di interpretazioni" mediatiche "del tutto disancorate dalle evidenze, e finanche dalle regole, processuali, quando non apertamente diffamatorie". 

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