Lo scetticismo del presule: "Capisco il desiderio della famiglia di piangere su una tomba, ma non c'è nessuna ufficialità"
di Elena Davolio
La notizia diffusa dal legale della famiglia Orlandi secondo la quale il Vaticano avrebbe aperto un'inchiesta interna coglie di sorpresa monsignor Gianfranco Girotti, reggente emerito della Penitenzieria apostolica, da sempre interessato al caso. "Ho sentito la notizia annunciata dai legati della famiglia Orlandi e sono rimasto molto sorpreso -dice Girotti all'Adnkronos-. Premesso che non ho autorità mi sentirei di escludere la circostanza. Penso che se ci fosse un riscontro concreto lo avrei senz'altro saputo".
Il legale della famiglia Orlandi ha lasciato intendere che l'indagine interna riguarderebbe le segnalazioni di una tomba sospetta nel cimitero Teutonico, camposanto che si trova all'interno delle Mura vaticane. "Posso capire il desiderio della famiglia Orlandi che è più che naturale di poter piangere sulla tomba della propria figlia di cui non si sa più nulla da 35 anni -osserva il presule-. Tuttavia mi pare non ci sia nessuna ufficialità. Tra l'altro se la Santa Sede avesse davvero aperto un'inchiesta, occorrerebbero, immagino, riferimenti molto più particolari e circostanziati". Al di là dell'ufficialità, quel che non convince monsignor Girotti è il fatto che "questa vicenda torna fuori quasi a rotazione. Ripeto, capisco il desiderio dei famigliari di avere una verità ma quest'ultima novità mi sorprende davvero e non mi risulta".
Monsignor Girotti ricorda le parole che Papa Francesco, poco dopo l'elezione al Soglio di Pietro, pronunciò davanti ai famigliari della Orlandi. "Ricordo ancora -dice- eravamo davanti alla chiesa di Sant'Anna in Vaticano e il pontefice si avvicinò alla mamma di Emanuela, le prese le mani, e disse con grande chiarezza che Emanuela era volata in cielo".