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L'onda sì Tav in piazza a Torino

(Foto AdnKronos)
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12 gennaio 2019 | 11.08
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Flash mob dei sì Tav in piazza Castello a Torino. Migliaia di persone, tra sindaci e amministratori locali provenienti da oltre un centinaio di comuni del Nord Italia, esponenti di partito, tutti rigorosamente senza simboli, categorie produttive, sindacati hanno partecipato alla mobilitazione. Il popolo Sì Tav, 30mila secondo gli organizzatori, è arrivato alla spicciolata in piazza Castello, come il 10 novembre scorso, con sciarpe, maglioncini e giubbotti arancioni.

Da un altoparlante sono prima stati scanditi, uno dopo l'altro, i nomi dei comuni presenti, poi recitati gli slogan stampati su migliaia di volantini distribuiti insieme agli adesivi, che la piazza è stata invitata a ripetere. 'Il mondo cambia ad alta velocità: sveglia! Sì Tav subito', uno degli slogan recitato a gran voce dai partecipanti sulle note di 'We will rock you' dei Queen. E ancora, 'Analisi costi benefici. Trasparenza sempre', 'I Tir inquinano l'ambiente, la Tav no', 'Vogliamo più lavoro, l'Italia se lo merita' per finire con 'L'Europa siamo noi. La Tav è il nostro futuro'. La manifestazione si è conclusa con un lungo applauso sulle note dell'Inno d'Italia. "Siamo qui oggi perché siamo coerenti con il nostro impegno sulla Tav" ha detto il segretario uscente del Pd, Maurizio Martina che, partecipando alla manifestazione a favore della realizzazione della Torino-Lione, ha ribadito l'impegno dei democratici a sostegno dello sviluppo. "Noi abbiamo sbloccato l'opera e fatto passi avanti con i francesi - ha aggiunto - ora tocca al governo uscire dall'ambiguità e dare una risposta chiara a chi oggi è in piazza".

"A due mesi dalla manifestazione del 10 novembre - spiega Patrizia Ghiazza, una delle sette ‘madamine’ del comitato ‘Sì, Torino va avanti’ - oggi torniamo in piazza per chiedere un’accelerazione nella presa di decisione su un’opera che non può essere fermata". "Chiediamo al governo - aggiunge - che si esprima in modo chiaro, certo, trasparente e veloce". Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, torna a parlare dell'ipotesi referendum: "L'articolo 86 dello Statuto regionale prevede una consultazione popolare su argomenti di interesse generale del Piemonte. E la Tav - sottolinea - lo è certamente".

In piazza oggi c'era anche la Lega. "Non è contraddittoria la nostra presenza in piazza", spiega il capogruppo del Carroccio alla Camera, Riccardo Molinari, ricordando che "la Lega ha una posizione storica a favore della Tav". "Con il M5S non c'è alcuno scontro - sottolinea - sapevano fin dal primo giorno che noi avevamo una posizione loro un'altra, abbiamo trovato una sintesi su tanti argomenti la troveremo anche su questo".





A proposito della Lega in piazza per la Tav, Luigi Di Maio, parlando con la stampa a Porto Torres, dice: "Per me non è una crepa. E' semplicemente il fatto che queste sono due forze politiche che hanno convinzioni diverse. Infatti - aggiunge - per questo come M5S abbiamo chiesto un contratto di governo". "Nessuno toglie il diritto a Lega o M5S di poter manifestare il proprio pensiero circa un dossier - sottolinea -, poi c'è il contratto di governo". "Sul Tav - continua - ci siamo rivolti ai tecnici, loro hanno fatto uno studio costi-benefici, adesso sarà pubblicato e prenderemo le decisioni di governo. Ma io - conclude - non mi scandalizzo del fatto che si vada in piazza per dire che si era per il sì alla Tav".

"Bella e civile la piazza di Torino per il Tav" scrive il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli in un post su Facebook. "Erano 10mila, 20mila persone? Bene, noi, come Governo, dobbiamo stare attenti ai numeri perché poi quell'opera dovrebbero pagarla in 60 milioni, Lampedusa compresa". "E bisogna evitare - prosegue - fallimenti sia pubblici che privati, come avvenuto anche di recente, vedi il caso della linea Av tra Francia e Spagna che passa sotto i Pirenei e che era pure molto più economica". "Benvenute tutte le manifestazioni civili e democratiche. Il Governo ha però il dovere di usare al meglio i soldi di tutti gli italiani" conclude.

La manifestazione a favore della Tav, indetta a Torino, auspica il sociologo Paolo Crepet, "può cambiare il corso degli eventi"."Torino -sottolinea all'Adnkronos- è nota per iniziative di questo tipo. Storicamente ha visto nascere movimenti inaspettati che hanno poi cambiato il corso degli eventi. Basta ricordare la marcia dei 40mila della Fiat. Spero che anche questa iniziativa serva a cambiare". Crepet, tuttavia, boccia l'idea del referendum e invita il governo ad assumersi le proprie responsabilità: "Non si cambia -sottolinea- con il referendum. Sarebbe un modo per la politica di sfuggire alle proprie responsabilità. Può andare bene per i diritti civili ma non per scelte di questo tipo. E' il governo che deve assumersi la responsabilità di scegliere e decidere e avere il coraggio delle scelte che fa".

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