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Salvini a Napoli, tensione tra polizia e centri sociali

Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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15 novembre 2018 | 12.28
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Momenti di tensione in Galleria Umberto a Napoli tra le forze dell'ordine e alcuni manifestanti, attivisti dei centri sociali napoletani, impegnati in un sit in contro la presenza del vicepremier Matteo Salvini in Prefettura. I manifestanti hanno tentato di avvicinarsi alla Prefettura, dove Salvini ha presieduto un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, ma sono stati contenuti dai poliziotti in assetto antisommossa. "Anche oggi ho avuto un'accoglienza straordinaria a Napoli in stazione - ha commentato il vicepremier -poi mi hanno detto dei soliti quattro deficienti dei centri sociali, di loro ci occuperemo quando finiremo le cose serie".

RIFIUTI, TENSIONE SALVINI-DI MAIO - Durante il suo intervento in Procura, Salvini ha affrontato, tra le altre cose, la questione della terra dei fuochi: "Tra qualche mese in Campania si rischia un'emergenza sanitaria e sociale a livello mondiale - ha avvertito -. Non so cosa abbiano fatto gli amministratori locali e regionali negli ultimi decenni ma dal 2008 la situazione non è cambiata, anzi è peggiorata. Non c'è programmazione, c'è incapacità e dico incapacità perché voglio essere ottimista. Se si volesse pensar male si potrebbe supporre che non si è fatto niente come termovalorizzatori e sistema di smaltimento perché qualcuno ha interesse che non si faccia niente".

Salvini ha quindi rimarcato che "in Campania serve un termovalorizzatore per ogni provincia" ricordando che "a metà gennaio va in manutenzione l'unico termovalorizzatore di tutta la regione, che andrà a un terzo del regime". Quindi ha aggiunto: "Se trovano la localizzazione" per i rifiuti "bene, altrimenti ci pensiamo noi".

Parole che non sono piaciute al suo partner di governo Luigi Di Maio, il quale, pur non citando direttamente Salvini, ha tuonato contro le affermazioni del ministro dell'Interno. "Gli inceneritori non c'entrano una beneamata ceppa e tra l'altro non sono nel contratto di Governo - ha scritto Di Maio in un post su Facebook -. Quando si viene in Campania e si parla di Terra dei fuochi si dovrebbero tener presenti la storia e le difficoltà di questo popolo. La terra dei fuochi è un disastro legato ai rifiuti industriali (provenienti da tutta Italia) non a quelli domestici".

A stretto giro la replica di Salvini, che sottolinea come "con i 'no' non si va da nessuna parte, questo vale soprattutto per gli enti locali: vale per i sindaci e la Regione che hanno detto no, no e no, e i rifiuti cosa facciamo? Li facciamo gestire dalla camorra? Non penso".

"Non vorrei che tra due mesi Napoli e la Campania avessero un'emergenza sanitaria - ha spiegato Salvini - nel Contratto di Governo si parla di soluzione al problema dei rifiuti. I rifiuti o spariscono, o evaporano, o li mangiamo, o li valorizziamo, o li inceneriamo o li mettiamo in discarica. Il termovalorizzatore di Acerra si fermerà per manutenzione a gennaio io voglio una soluzione per i napoletani e per i campani. In Lombardia ci sono 13 termovalorizzatori e in Campania uno, e il rischio sanitario è in Campania".

Il Contratto di Governo, ha ribadito Salvini, "l'ho letto e riletto e l'ho scritto. Qua c'è da dare risposte alle mamme, ai papà e ai bambini che non meritano di pagare tasse sui rifiuti e di morire tra i roghi tossici".

DE MAGISTRIS: "SINTONIA CON SALVINI" - Sul tema degli sgomberi "c'è totale sintonia tra noi e il ministro Salvini". Lo ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, commentando l'esito del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica svolto questa mattina in Prefettura alla presenza del vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini.

"Il ministro - ha riferito de Magistris - ha accolto la nostra forte istanza di mettere al primo punto, come esclusivo, lo sgombero degli immobili in cui c'è pericolo per l'incolumità degli abitanti e nei quali ci sia la pervicace prepotenza della camorra che non può determinare l'assegnazione degli alloggi popolari. Su questo non si è parlato di altro e il ministro non ha chiesto né di proprietà collettive democratiche, né di centri sociali, né di comunità di abitanti che liberano luoghi abbandonati, non si è parlato di Baobab o di altro".

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