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"Erdogan dittatore", Ankara condanna parole Draghi

La Turchia convoca l'ambasciatore italiano e chiede le scuse del premier italiano per la frase sul caso von der Leyen

Afp
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09 aprile 2021 | 07.23
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Draghi-Erdogan, si apre il caso diplomatico dopo le parole di ieri del premier italiano in riferimento al 'sofagate' di von der Leyen. Il presidente del Consiglio ha infatti definito il presidente turco "un dittatore" di cui però "si ha bisogno per collaborare" scatenando le proteste di Ankara, che ha quindi convocato l'ambasciatore italiano. "Condanniamo con forza le inaccettabili parole del premier nominato italiano sul nostro presidente eletto", ha tuonato su Twitter il ministro degli Esteri turco, Mevlüt Cavusoglu, sulle dichiarazioni definite "impudenti" di Draghi.

E dopo aver convocato l'ambasciatore, la Turchia vuole anche le "scuse". A chiederle il vice presidente Fuat Oktay che ha "condannato" su Twitter le parole del presidente del Consiglio e, riporta il giornale turco Daily Sabah, ha quindi invitato Draghi a "scusarsi". "Condanno - ha twittato Oktay - le dichiarazioni sfrontate e scandalose del premier Draghi riguardo il nostro presidente che per tutta la sua vita ha fatto gli interessi del suo Paese e della sua Nazione, si è opposto a ogni forma di fascismo e patronaggio e ha vinto ogni elezione con grande fiducia da parte del popolo".

Convocazione dell'ambasciatore Gaiani: la nota di Ankara

Ieri sera, poco dopo le parole pronunciate da Draghi, l'ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani, è stato convocato dal ministero degli Esteri turco che ha protestato ufficialmente per "le inaccettabili dichiarazioni del presidente del Consiglio italiano". Nel corso del colloquio con Gaiani, si legge in una nota, il vice ministro degli Esteri e direttore degli Affari Ue, Faruk Kaymakci, ha affermato che la Turchia "condanna fermamente le dichiarazioni del presidente del Consiglio italiano nominato", sottolineando che Erdogan è "un leader che è stato eletto con il più alto voto popolare di sostegno in Europa e che noi ci aspettiamo che queste dichiarazioni impertinenti e inopportune, che non possiamo collegare in alcun modo all'amicizia e alleanza turco-italiana, vengano immediatamente ritirate".

Kaymakci ha inoltre sostenuto che "le dichiarazioni, rese senza conoscenza degli accordo protocollari riguardanti le visite dei presidenti del Consiglio dell'Ue e della Commissione Ue nel Paese sono inaccettabili, che nessuno dovrebbe mettere in dubbio l'ospitalità della Turchia, che la Turchia non prenderà parte a discussioni senza senso e malintenzionate all'interno dell'Ue e che trova vani gli sforzi per minare l'agenda positiva Turchia-Ue".

Ue: "Erdogan dittatore? Non sta a noi dirlo"

Di certo in Turchia "il quadro" della situazione dal punto vista democratico "è complesso, ma non sta all'Ue qualificare un sistema o una persona". Così il portavoce del Seae Peter Stano risponde, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, alla domanda se la Commissione condivida o meno la definizione di "dittatore" usata dal presidente del Consiglio Mario Draghi per definire il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

"La Turchia - continua il portavoce - è un Paese che ha un Parlamento e un presidente eletti. E' anche un Paese verso il quale abbiamo un certo numero di preoccupazioni", ma anche "molta collaborazione in diversi campi. Le preoccupazioni riguardano questioni come la libertà di espressione, i diritti fondamentali, le condizioni della giustizia", conclude.

Weber: "Draghi ha ragione"

Il presidente del Consiglio Mario Draghi "ha ragione: sotto la guida del presidente Erdogan, la Turchia si è allontanata dallo stato di diritto, dalla democrazia e dalle libertà fondamentali nell'ultimo decennio. Non è un paese libero per tutti i suoi cittadini". Lo dice il presidente del gruppo Ppe nel Parlamento Europeo Manfred Weber. "Se l'Europa vuole costruire un partenariato costruttivo con paesi come la Turchia, ed è nel nostro interesse strategico di farlo - continua Weber - dovremmo parlare chiaramente e onestamente dei fatti sul campo". "E anche il motivo per cui abbiamo chiesto già da anni al Consiglio di chiudere finalmente la procedura di allargamento della Turchia all'Ue. Siamo categoricamente contro una prospettiva di adesione della Turchia all'Ue e finché è sul tavolo ostacola un rapporto più realistico e franco con il Paese", conclude Weber.

Cosa ha detto Draghi

"Non condivido assolutamente il comportamento di Erdogan nei confronti della presidente Von der Leyen, credo non sia stato appropriato. Mi è dispiaciuto moltissimo per l'umiliazione che Von der Leyen ha dovuto subire", ha detto ieri sera il premier Draghi in conferenza stampa, riferendosi all'episodio che ha visto la presidente della Commissione Europea rimanere senza sedia durante l'incontro avvenuto ad Ankara tra il presidente turco e i leader Ue. "La considerazione da fare - ha affermato Draghi scatenando l'ira dei turchi - è che con questi dittatori di cui però si ha bisogno per collaborare, o meglio cooperare, uno deve essere franco nell'esprimere la diversità di vedute, di comportamenti, di visioni, ma pronto a cooperare per gli interessi del proprio Paese". Dunque trovare l'"equilibrio giusto".

"In queste ore sto per sentire il presidente Draghi e poi coordineremo tutte quelle che sono le iniziative che si devono coordinare. Ovviamente non anticipo alcunché", ha commenta il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ospite di 'Dritto e rovescio' su Retequattro.

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