E' caccia a intervista, in pole Washington Post e New York Times
I social, certo, ma senza trascurare i media 'tradizionali', tantomeno quelli stranieri. In via della Scrofa, sede di Fratelli d'Italia, è alta la pressione da parte di testate estere che chiedono di intervistare la leader. E Giorgia Meloni, forte dei sondaggi che la danno stabilmente in testa in vista delle elezioni politiche del 25 settembre, da settimane ha 'acceso' l'attenzione dei giornalisti all'estero.
Mentre sui monitor dell'ufficio stampa fioccano richieste di interviste da tutto il mondo, che arrivano dal Giappone come dalla Corea, dall'Australia come dal Brasile, oltre che da testate europee (soprattutto del nord) e americane, la strategia comunicativa del partito sembra essersi assestata su una linea selettiva. Negli ultimi due mesi, infatti, le interviste rilasciate si contano sulle dita delle mani: il settimanale portoghese 'Sol', la tv americana 'Fox', la testata tedesca Faz, lo 'Spectator' britannico, la Reuters e lo spagnolo 'Periodico'. A meno di un mese dal voto, è prevedibile che le uscite su stampa e tv stranieri possano avere una progressione.
Ma, a quanto apprende l'Adnkronos, l'intenzione resta quella di puntare più sulla qualità che sulla quantità, privilegiando i contenuti e il taglio istituzionale dell'approccio, a dispetto delle polemiche persistenti sui legami con il passato missino e i nostalgismi fascisti. In quest'ottica, valorizzando anche il ruolo di leader dei Conservatori europei, e di interlocutrice costante dei repubblicani Usa, per Meloni a stretto giro potrebbero aprirsi anche le impegnative 'finestre' del 'Washington Post' e di chi, più di altri, le tiene gli occhi puntati addosso: la 'bibbia' liberal del 'New York Times'.