"Quello che conta in una democrazia parlamentare è la legge elettorale: se c'è una buona legge elettorale si eleggerà un buon Parlamento, se invece è pessima, come è la legge Rosato, i cittadini italiani eleggeranno un Parlamento pessimo. E' avvenuto nel 2018 e adesso accadrà nel 2022". Così l'accademico dei Lincei Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienze politiche all'Università di Bologna, che ha recentemente pubblicato 'Tra scienza e politica. Una autobiografia'. Pasquino, commentando i recenti sviluppi nello scenario delle alleanze elettorali, aggiunge all'Adnkronos: "Sono sicuro che eleggeremo un Parlamento pessimo da molti punti di vista".
Perché? "Non è chiaro davvero quanto è coesa la maggioranza che vince - risponde - Se trionferà il centrodestra, dovrà affrontare tutta una serie di problemi come che tipo di rapporti avere con Putin, con l'Europa, il tipo di tasse....; ancora peggio se vincerà il centrosinistra, con gli uni contro gli altri armati e la complicazione di dove gestire posizioni del tutto diverse dal rigassificatore all'Ucraina. Questo quadro - rimarca l'accademico dei Lincei - è la logica conseguenza di una legge elettorale pessima, che non è stata ritoccata perché ciascuno ha fatto i propri interessi".
"Ci sono in Europa due leggi elettorali che funzionano bene, eventualmente adottabili ma così come sono, senza fare pasticci - spiega - Quella tedesca che è una legge proporzionale con possibilità di avere una parte dei candidati eletti in turni uninominali; e quella francese, da eventualmente importare così come è, con il doppio turno. Queste due leggi funzionano ed eleggono bene un buon Parlamento, cioè consentono agli elettori di scegliere i candidati e i partiti dei candidati. Perché ricordo - conclude - nella scelta della legge elettorale migliore conta un unico criterio: quanto potere hanno gli elettori?".