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Elezioni 2. Emilia-Romagna e Umbria, le prossime sfide amministrative

04 novembre 2024 | 10.47
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Appena archiviate le elezioni in Liguria, con la vittoria del Centrodestra del nuovo presidente Marco Bucci, i riflettori si spostano sulla prossima tornata elettorale in Emilia-Romagna e Umbria. Se come sempre i voti amministrativi presuppongono dinamiche diverse rispetto alle elezioni nazionali, soprattutto questa volta le urne esprimeranno anche segnali importanti per le prospettive dei principali partiti. In entrambe le Regioni, le urne saranno aperte dalle ore 7 alle 23 del 17 novembre e dalle ore 7 alle 15 del 18 novembre. La concomitanza è dettata dal fatto che le elezioni dell’Emilia-Romagna sono state anticipate di un anno rispetto alla naturale scadenza della legislatura, prevista nel 2025, per l’elezione del presidente uscente Stefano Bonaccini alle ultime elezioni europee. I candidati principali alla sua successione sono Michele De Pascale, per il centrosinistra, ed Elena Ugolini, per il centrodestra. De Pascale è sindaco di Ravenna dal 2016, mentre dal 2018 presiede l’Unione delle province d’Italia. È considerato un riformista e, alle primarie del 2023 del Partito democratico, ha abbracciato la mozione Bonaccini. Guida una coalizione larga, in cui insieme al Pd i renziani di Italia Viva coesistono con il Movimento Cinquestelle. Ugolini, che è stata sottosegretaria all’Istruzione durante il governo Monti, è preside dal 1993 delle scuole paritarie d’eccellenza Malpighi, a Bologna e può contare sul sostegno della tradizionale coalizione del centrodestra, con FdI, Forza Italia, Lega e Noi Moderati. A differenza dell’Emilia-Romagna, in Umbria la presidente uscente Donatella Tesei, espressione del centrodestra, è in corsa contro la sfidante Stefania Proietti, sindaca di Assisi e sostenuta dalla coalizione formato extra large, compresa Italia Viva. Il centrodestra ha allargato la coalizione a Stefano Bandecchi che porta in dote 9mila preferenze alle europee che vanno ad affiancarsi alle 187mila raccolte dal centrodestra contro le 183mila del campo progressista. Percentuali che non sono sovrapponibili alle dinamiche di un voto regionale, ma che danno l'idea di una sfida serrata. Come confermano gli ultimi sondaggi che prevedono un testa a testa.

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