L'economista vede gravi limiti su manovra: pil sovrastimato, rischio pesanti correzioni
"Se il governo italiano vuole sfruttare appieno l’apertura tedesca, deve però eliminare le ragioni di attrito con la Ue, approvando immediatamente il Mes e realizzando in modo efficace il Pnrr nella nuova versione in via di approvazione da parte della Commissione europea". Così all'Adnkronos Marcello Messori, professore di European economy and European governance alla Luiss sugli esiti dell'incontro a Berlino nei giorni scorsi tra il premier Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Olaf Scholz
"Ogni confronto fra leader di stati membri dell’Unione Europea che miri a costruire accordi anziché ad accrescere le differenze, va salutato come un fatto positivo; e ciò vale, a maggior ragione, quando sono coinvolti il paese europeo, che è stato trainante, e l’Italia", osserva l'economista.
Meno roseo il giudizio dell'economista sulla manovra in esame alla Camera. L’attuale schema della Legge di Bilancio "soffre di due gravi limiti, fra loro apparentemente contraddittori: assume una crescita macroeconomica per il 2024 che non è realistica e non ha una strategia per rilanciare la crescita economica del paese", sottolinea Messori, prevedendo una stima di crescita per il prossimo anno che non arriverà a +0,6%, contro il +1,2% indicato dal governo nella Nadef. "Se, come credo - avverte l'economista - il tasso di crescita della nostra economia sarà un po' meno della metà di quello assunto dal governo, aumenterà il già elevato rapporto atteso fra deficit pubblico e pil e il rapporto fra debito pubblico e pil. Per evitare tali effetti o per rispondere alle procedure europee nei confronti dell’Italia indotte da tali effetti, il governo dovrà attuare rilevanti correzioni recessive".
Messori si sofferma dunque su tre lacune della strategia economica del governo. Primo, "sarebbe stato necessario combinare i progetti del Pnrr con primi passi per una ristrutturazione radicale della composizione della spesa pubblica". Secondo, dice, "si sarebbe dovuto attuare una politica fiscale in senso stretto di segno opposto a quella delineata, abolendo anziché rafforzando i vantaggi concessi ai lavoratori autonomi ed evitando qualsiasi forma, diretta o mascherata, di condono fiscale e di incentivo all’elusione". Terzo ed ultimo 'neo', "sarebbe stato opportuno avviare una riarticolazione dello stato sociale". Last but not least, conclude Messori, "la manovra alloca risorse nazionali a opere infrastrutturali che hanno una bassa probabilità di attuazione specie in una fase in cui il paese ha difficoltà a realizzare le infrastrutture previste dal Pnrr".