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Più treni, navi e bus in un click: La Rocca spiega la strategia di Italo

L'intervista dell'Ad a Rewriters: "La sostenibilità sociale è la ricetta per il benessere della aziende"

Gianbattista La Rocca, Ad e Dg Italo
Gianbattista La Rocca, Ad e Dg Italo
11 ottobre 2024 | 12.59
LETTURA: 3 minuti

Gianbattista La Rocca è un manager in movimento, guida un’azienda che viaggia. Sui treni, con Italo (di cui è amministratore delegato e direttore generale dal 2018 ) e sui bus, con Itabus, di cui è presidente. E sono mobili anche i suoi dipendent*. E' l'inpcipit dell'intervista all'amministratore delegato e dg di Italo Gianbattista La Rocca, firmata da Fabio Bogo, direttore editoriale di Rewriters, testata edita da ReWorld, startup innovativa femminile a vocazione sociale.

Con Italo e con Itabus i trasporti italiani hanno registrato due rivoluzioni. La prima è stata quella della concorrenza, con l’introduzione di un secondo operatore ferroviario in un settore che prima viveva di monopolio. La seconda quella dei bus, con l’obiettivo di rendere l’Italia un paese totalmente integrato sotto il profilo della mobilità. Quanto conta questo nella scelta di lavorare per voi?

“Conta molto, perché chi lavora per noi ha la consapevolezza di fare parte di un progetto, quello di arrivare a fare in modo che con un solo click sul proprio pc o smartphone un viaggiatore possa decidere da dove partire e dove arrivare. E’ un’offerta di libertà. Che fa bene alle persone e che fa bene al territorio, perché permette ad un paese come il nostro di integrarsi sempre di più. Un’offerta di intermodalità che con l’ingresso di MSC nell’azionariato Italo si è ulteriormente arricchita grazie alle sinergie con SNAV, GNV e MSC Crociere oltre a quelle già esistenti con i bus di Itabus. L’obiettivo è quello di offrire un servizio esteso e capillare per viaggiatori sempre più esigenti, che sia in grado di mettere in connessione tra loro le grandi città, le città di provincia, i porti e gli aeroporti in modo intuitivo e con un solo click.

Il personale è mobile, ma da Italo non scende. I numeri parlano di una bella dichiarazione di fedeltà. La Rocca, come mai il turn over è così basso? Cosa attrae di Italo?

“Cominciamo col dire che è importante portare le persone nel proprio mondo del lavoro, ma ancora più importante è trattenerle, farle restare in azienda, non far scappare i talenti. Come si fa? Facendoli appassionare all’impresa, al progetto, facendoli sentire una parte importante del processo. Il mondo del lavoro sta cambiando velocemente, non è più una cosa calata dall’alto, dal vertice dell’Azienda. Un tempo tutto era legato quasi esclusivamente alle competenze tecniche necessarie per fare il proprio mestiere. Allora il cambiamento parte proprio dalla formazione. Che da noi non è concepita solo come il trasferire le competenze necessarie a svolgere il proprio incarico. Ma come un percorso di crescita individuale a 360 gradi”

Mi sembra un sistema piuttosto impegnativo.

“Lo è, è complesso, ma se le persone scelgono di restare così a lungo è perché credono in quello che facciamo tutti insieme a loro. La formazione prima era un concetto verticale. Qualcuno decideva cosa dovevi imparare, e finiva lì. Noi invece le formiamo anche sotto il profilo della sicurezza personale, dell’impatto ambientale, della responsabilità sociale, dell’aggiornamento tecnologico. Valorizziamo persino la cultura dell’errore. Prima chi sbagliava veniva punito e basta. Noi spieghiamo che da un errore si può imparare qualcosa e migliorare i processi aziendali. Chi lavora da noi alla fine ha un bagaglio personale di competenze notevole”.

L'intervista completa su rewriters.it

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