Dopo le 'grandi dimissioni' post-covid ora i posti di lavoro buoni scarseggiano e i capi si riprendono il potere
Addio alle 'grandi dimissioni' post covid, alle concessioni generalizzate pur di non perdere i propri dipendenti, allo smart working e ai benefit anche estemporanei (come il giorno di permesso per curare il proprio animale domestico). Mentre l'America si prepara al Trump 2.0, nel mondo del lavoro l'approccio 'dall'alto' è sempre più evidente. Come certifica il Wall Street Journal i capi 'sono tornati al posto di comando' e i dipendenti hanno una sola opzione: chinare la testa. Negli ultimi giorni JPMorgan Chase ha ordinato ai dipendenti il ritorno in ufficio 5 giorni a settimana a partire da marzo mentre Amazon e Dell hanno già adottato la stessa linea.
Secondo il giornale, sarebbe un modo per abbattere la forza lavoro senza clamorose mosse unilaterali come licenziamenti di massa (molti dipendenti preferirebbero dimettersi anziche' tornare in ufficio). Di sicuro è lo specchio di un sistema dove si crea occupazione (+256 mila posti solo a dicembre) ma in settori come l'ospitalità o la sanità dove lo smart working non è pensabile. I classici 'posti buoni' - come quelli di finanza, IT e consulenza - invece sono diventati rari e la lotta per accaparrarseli è serrata.
E' come se i 'boss' - dopo la sbornia post-covid - avessero deciso che si era andati troppo oltre, con il lavoro ibrido, con i bonus, il tempo per il volontariato, il sostegno psicologico, e avessero stabilito che era tempo di riprendersi il potere. Alcune aziende - ricorda il WSj - mantengono la linea di disponibilità introdotta dopo la pandemia, ma nella maggior parte dei casi solo chi ha una specializzazione 'introvabile' e un serio problema a tornare in ufficio è autorizzato al lavoro agile.
Resta da vedere, ammoniscono i ricercatori, se questo approccio porterà realmente a un aumento della produttività e della collaborazione all'interno delle aziende. Nel frattempo, comunque, i capi si godono il potere ritrovato sapendo di poter contare su amici potenti a Washington che la pensano alla stessa maniera: Elon Musk, che dovrà lavorare per far recuperare effcienza alla macchina governativa nel Trump 2.0, già a maggio 2022 aveva imposto ai dipendenti Tesla il rientro in ufficio affermando che "il lavoro a distanza non è più accettabile". I dipendenti che volessero continuare con lo smart working - aveva scritto in un messaggio interno - "dovrebbero continuare da un'altra parte a far finta di lavorare" (convinto quindi della malafede dei suoi dipendenti 'agili').
Oggi, prima ancora di assumere formalmente il suo incarico al nuovo Dipartimento per l'efficienza governativa, ha già annunciato che per i dipendenti pubblici varrà la stessa regola, forte di un rapporto del Congresso che ha rivelato come solo il 6% della forza lavoro federale è in ufficio a tempo pieno e che le sedi centrali delle agenzie governative a Washington hanno un'occupazione media di appena il 12%. Per dare l'esempio, comunque, Musk avrebbe ottenuto un ufficio all'Eisenhower Executive Office Building, un complesso governativo a pochi passi dalla West Wing della Casa Bianca.