Un primo bilancio della situazione nei campi: l'allarme di Confagricoltura, Confcooperative Coldiretti e Cia
Il maltempo questa volta ha flagellato soprattutto l'Emilia e gli agricoltori sono disperati soprattutto per le semine dei cereali e per le uve del Lambrusco. Ma non solo, anche per le coltivazioni di bietole per la produzione di zucchero nell'area metropolitana di Bologna. "Le semine di grano duro e tenero, che in questo periodo vengono effettuate, sono compromesse, fortemente danneggiate sia per quanto riguarda i campi già seminati sia per quelli che dovranno essere seminati". Ad affermarlo è il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini, parlando con l'Adnkronos. "La situazione è grave, - prosegue - siamo ancora in emergenza. Intanto, ho chiesto di fare la ricognizione dei danni, spero di averla entro 6 giorni, non prima, perché l'acqua deve cominciare a defluire".
"Un altro grande problema qui da noi è sul settore vitivinicolo, - aggiunge Bonvicini - i campi con le uve per il Lambrusco sono allagati, la vendemmia fortunatamente era già conclusa ma si rischia la moria delle piante e quindi è a rischio la prossima annata".
"Oltre 2.000 ettari i terreni allagati, colture compromesse, strutture aziendali danneggiate, abitazioni allagate. A poche settimane dalla precedente alluvione che aveva già colpito parzialmente i nostri territori, ci troviamo nuovamente a contare i danni nell’area metropolitana di Bologna" sostiene Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna.
Danni anche alla produzione di zucchero che nell'area metropolitana di Bologna ha il suo cuore pulsante. "La Coprob, la più grande cooperativa per la produzione di zucchero in Italia ha 600 ettari sott'acqua, con 90 produttori bieticoli interessati e 50mila tonnellate di prodotto che probabilmente non saranno raccolte a causa del fango che fa marcire le piante. Un danno molto grave" segnala Daniele Ravaglia, vice presidente di Confcooperative Terre d'Emilia e referente per l'area metropolitana di Bologna, nel descrivere la situazione "decisamente pesante" conversando con l'Adnkronos.
Decine di migliaia di ettari invasi dall’acqua e dal fango con danni alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole da zucchero e altri cereali, frutteti e vigneti sradicati, agriturismi, serre, cantine, fabbricati e capannoni invasi dall’acqua, strade rurali franate. E’ il primo bilancio secondo il monitoraggio della Coldiretti, con la situazione più grave che si registra in Emilia Romagna. Ma Coldiretti segnala anche problemi in Lombardia dove i nubifragi hanno di fatto paralizzato le attività di raccolta di riso, mais e soia, con i campi ridotti a paludi si temono cali produttivi al momento stimati tra il 20% e il 30% in meno rispetto ad annate normali. Ma il rischio potrebbe essere anche quello di perdere completamente la produzione rimasta in campo.
In Toscana, invece, segnala sempre Coldiretti, va avanti la conta dei danni dopo che migliaia di ettari di campi sono stati sommersi da acqua e fango tra Livorno, Grosseto e Pisa in seguito all’esondazione di fiumi e canali, tra cui il Cornia, lo Sterza ed il Cecina. Pesantissimi i contraccolpi per le coltivazioni e le strutture con ortaggi andati completamente distrutti, olivi e vigneti sradicati e recinzioni spazzate via.
Sono tutti concordi gli agricoltori nel sollecitare le istituzioni a porre rimedio alle gravi carenze nella manutenzione dei corsi d’acqua, in particolare degli argini di torrenti e canali nelle zone colpite da queste ondate di maltempo violente e ricorrenti con la Cia che chiede "un piano straordinario di messa in sicurezza del territorio che preveda anche "la realizzazione di infrastrutture atte a gestire fenomeni che sono ormai eventi ordinari. Perché è del tutto evidente che gli interventi in emergenza, seppur necessari, non sono la soluzione" rimarca Stefano Francia, presidente di Cia Emilia Romagna. E analoga posizione Ravaglia, vice presidente di Confcooperative Terre d'Emilia: "mi auguro che i ristori siano adeguati però bisogna anche cominciare a ragionare sulle manutenzioni perché troppi torrenti hanno rotto gli argini. Bisogna investire sulla manutenzione non solo sull'emergenza".