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Landini in piazza con lavoratori automotive: "Grave crisi settore, inascoltati dal governo"

Il segretario della Cgil a Santi Apostoli parla anche di sicurezza sul lavoro e punta il dito contro la patente a crediti: "È una presa in giro, c'è un modello si fare impresa che uccide"

Maurizio Landini in piazza con i lavoratori - Fotogramma
Maurizio Landini in piazza con i lavoratori - Fotogramma
25 ottobre 2024 | 12.27
LETTURA: 2 minuti

In piazza oggi, 25 ottobre, i lavoratori della filiera non metalmeccanica dell’automotive per lo sciopero unitario di 8 ore proclamato dai sindacati. Allla manifestazione dal titolo 'Il settore funziona col nostro lavoro' in piazza Santi Apostoli a Roma, anche il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini.

La crisi del settore

“Questa piazza parte dalla crisi grandissima che c’è in tutto il settore dell’automotive che è un settore strategico. Come noto, noi chiediamo da tempo, inascoltati, che la presidenza del consiglio convochi un tavolo con Stellantis e tutta la componentistica, che non è solo metalmeccanica, per poter avere un piano industriale serio, delle politiche industriali serie, perché il settore non solo dell’automotive ma il settore industriale manufatturiero tutto del nostro Paese è a rischio. E questa discussione va fatta con il coinvolgimento dei lavoratori, cosa che non sta avvenendo”.

Sicurezza sul lavoro

Landini ha puntato il dito anche sulle continue morti sul lavoro e le soluzioni prospettate dal governo. “La cosiddetta patente a crediti è una presa in giro, forse aiuterà i consulenti del lavoro ma non è quello che serve per fermare le morti sul lavoro”.

“C’è un problema che riguarda il fare impresa: la sicurezza non viene assunta come un investimento né un vincolo. C’è un modello di fare impresa che uccide, e va cambiato”, denuncia Landini ricordando le parole del presidente della Repubblica Mattarella: “Il presidente della Repubblica ha detto una cosa di fondo, e ogni persona onesta non può continuare a far finta di niente perché qui continuano a morire mediamente tre lavoratori al giorno, gli infortuni stanno aumentando e gli interventi fatti finora dal governo sono interventi burocratici fatti per dire che esistono mentre in realtà non affrontano i problemi”.

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