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Istat rivede al ribasso il Pil del 2023: +0,7%

Sulla base dei nuovi dati, nel 2022 il Pil in volume è aumentato del 4,7% e nel 2021 dell’8,9%. Migliora il deficit 2023 al 7,2% e taglia il debito al 134,6%. Giorgetti: "Revisione lieve, non cambiano principi e quadro Psb"

Operaio al lavoro - (Afp)
Operaio al lavoro - (Afp)
23 settembre 2024 | 10.46
LETTURA: 2 minuti

L'Istat migliora la stima sul deficit e debito e taglia lievemente quella sulla crescita 2023 in un quadro di rafforzamento dell'economia dell'ultimo triennio che in valori assoluti recupera complessivamente 100 miliardi in più.

Un valore limitato comunque in termini di variazione dei tassi che - impattando il ricalcolo e non la traiettoria dei conti - non cambia la politica di bilancio prudente e responsabile voluta dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, anche se vi fosse un mini effetto trascinamento su quest'anno. “La revisione dei dati comunicati oggi da Istat è di lieve entità e non cambiano i principi e il quadro del Piano strutturale di bilancio già esaminato dal Cdm lo scorso 17 settembre”, afferma in una nota. “Il Psb sarà rifinito - aggiunge il ministro - alla luce dei numeri comunicati oggi da Istat”.

I nuovi dati confluiranno nel Piano strutturale di bilancio atteso in Consiglio dei ministri mercoledì, lo stesso giorno della convocazione dei principali sindacati con Giorgetti e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano a Palazzo Chigi.

In base alla revisione generale dei conti nazionali in valori assoluti il Pil nominale del 2021 è risultato superiore di circa 21 miliardi e nel 2022 e 2023, rispettivamente, di 34 e 43 miliardi: un totale di 98 miliardi in più sul triennio considerato. Tuttavia l'Istat segnala che l'impatto sui loro tassi di variazione è "limitato". Nel 2023 il tasso di variazione della crescita in volume è pari a 0,7%, al ribasso di 0,2 punti percentuali rispetto alla stima del marzo scorso; nel 2022 il Pil in volume è aumentato del 4,7%, al rialzo di 0,7 punti percentuali e nel 2021 è cresciuto dell’8,9%, con una revisione di +0,6 punti percentuali. Inoltre per effetto della revisione, il Pil in volume del 2023 "si è attestato a un livello per la prima volta superiore al massimo raggiunto prima della crisi finanziaria del 2008", quella innescata dai mutui subprime.

Il miglioramento del denominatore ha portato a una riduzione del rapporto deficit/pil: nel 2023 è pari al 7,2%, rispetto alla stima di aprile di -7,4% e nel 2022 si attesta all'8,1% dall'8,6% indicato in precedenza. Cala per lo stesso motivo anche il rapporto debito/pil al 134,6% nel 2023 mentre nel Def il dato era stimato al 137,3%. Un miglioramento dovuto al ricalcolo e che dunque migliora i presupposti ma non la dinamica del debito. Adesso si attende la revisione della Banca d'Italia con il bollettino dell'11 ottobre. Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) invece è pari a -3,5% del Pil nel 2023, anche in questo caso in miglioramento rispetto alla precedente stima del -3,6%.

Intanto il 20-21 ottobre sono attesi i nuovi dati di finanza pubblica a seguito del processo di chiarimenti in corso con l'Eurostat: in quella sede potrebbe esserci un qualche cambiamento ma l'Istat non ritiene che possa essere tale da cambiare le previsioni del governo.

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