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Energia, così le tecnologie pulite batteranno gli idrocarburi nel 2035. Il rapporto Iea

Il valore del mercato dei prodotti a basse emissioni triplicherà fino a raggiungere quello del greggio, rileva l’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia. Anche gli scambi commerciali cresceranno fino a 600 miliardi, 50% in più rispetto al gas naturale oggi. E i ricavi degli export cinesi di prodotti green supereranno quelli del petrolio di Arabia Saudita ed Emirati Arabi

Fatih Birol - IAEA IMagebank
Fatih Birol - IAEA IMagebank
30 ottobre 2024 | 14.42
LETTURA: 3 minuti

Il mercato globale delle principali tecnologie pulite è destinato a triplicare, superando i 2 mila miliardi di dollari entro il 2035 – un valore comparabile a quello dell'attuale mercato del greggio. È quanto si apprende dal nuovo rapporto Energy Technology Perspectives 2024, presentato dall’Associazione internazionale per l’energia (Iea) nella figura del suo direttore esecutivo Fatih Birol.

Il rapporto si concentra su sei prodotti tecnologici (pannelli solari, pale eoliche, auto elettriche, batterie, elettrolizzatori e pompe di calore) cruciali per la transizione. Nel 2016 il valore di quel mercato era di circa 200 miliardi di dollari. Oggi supera i 700 miliardi, e secondo le proiezioni Iea, basate sulla velocità attuale e le politiche in atto, il valore triplicherà al 2035 raggiungendo i 2.100 miliardi di dollari.

Anche la competitività dei costi di queste tecnologie “migliora quasi di giorno in giorno”. Mentre in termini di flussi commerciali, “prevediamo che gli scambi cresceranno in modo sostanziale, triplicando tra oggi e il 2035 e arrivando a sfiorare i 600 miliardi di dollari: il 50% in più rispetto al commercio di gas naturale di oggi”, rileva Birol. “Questo dimostra in che direzione si sta muovendo il commercio globale: più tecnologia e meno materie prime”.

La sfida per governi e industrie è la competizione tra i Paesi, sempre più intensa: da vedere fino a che punto aumenteranno le barriere commerciali, le implicazioni per la transizione energetica pulita, e quanto le economie più piccole risentiranno della competizione tra i giganti economici, continua il direttore dell’Iea.

“Il rapporto testimonia che le politiche energetiche, industriali e commerciali sono sempre più intrecciate. I Paesi che saranno in grado di armonizzare questi tre elementi ne trarranno sicuramente beneficio in termini di performance economica”.

L’esempio lampate è la Cina. Secondo il rapporto Iea, nel 2035 i ricavi delle esportazioni cinesi di prodotti a energia pulita supererà i ricavi attuali dell’export di petrolio dei due maggiori produttori, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Del resto, sottolinea Birol, oggi la Cina produce circa il 70% dei prodotti fondamentali per la transizione.

Guardando solo al fotovoltaico, il solo impianto in costruzione nella provincia cinese di Shanxi sarà sufficiente a produrre una quantità di moduli tale da coprire l'intera domanda dell'Unione europea. Uno degli indicatori del fatto che Pechino – la prima a muoversi con una politica industriale decisa – “dominerà il commercio [di prodotti a tecnologia pulita] per almeno i prossimi 10 anni”.

Il terreno di gioco è la competizione tra giganti economici. Oltre alla Cina, gli Stati Uniti “hanno fatto grandi passi avanti” con gli incentivi del pacchetto Ira e anche l’India fa progressi sul solare. “Sono certo che l'Ue presenterà presto un pacchetto simile per far progredire l'industria dell’energia pulita” – un riferimento al Clean Industrial Deal promesso da Ursula von der Leyen entro i primi cento giorni dall’insediamento della nuova Commissione.

Guardando ai progetti europei avviati o in fase di avviamento, sarebbe a portata l’obiettivo europeo delineato dal Net Zero Industry Act: arrivare al 2030 potendo coprire il 40% del fabbisogno interno di tecnologie a zero emissioni con la produzione locale. Il pronostico è di Araceli Fernandez Pales, co-autrice del rapporto, che evidenzia come la dimensione del mercato europeo delle sei tecnologie chiave è già pari a 120 miliardi di dollari, “non più lontane dai 270 miliardi del mercato relativo al motore a combustione interna”.

Nonostante la competizione globale feroce, l’Europa ha “punti di forza molto importanti” nel campo dell’energia pulita. L’eurozona è il secondo mercato unico più grande al mondo e c’è forte enfasi da parte dei legislatori che genera domanda di tecnologie e materiali puliti, rileva l’esperta alla presentazione del rapporto: c’è possibilità di sviluppare “sinergie” tra industrie, con vaste ricadute su settori laterali.

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