Oltre il 75% degli spostamenti ‘motorizzati’ è sotto i 10 km. Condividere la macchina fa risparmiare soldi e inquinamento
Tra automobili e italiani è amore. Un amore talmente grande che oltre il 75% degli spostamenti ‘motorizzati’ è sotto i 10 km. Si tratta insomma di movimenti di corto raggio se non addirittura di prossimità: tra i 2 e 10 km i primi - il 47,1% dei tragitti nel 2022 – ed entro i 2 km i secondi - il 28,5% delle tratte. Quindi, presumibilmente, da poter affrontare in modo alternativo; se non a piedi, almeno con bicicletta, monopattino, mezzi pubblici. E che invece vengono coperti con il proprio veicolo.
Ma se ci piace così tanto prendere la macchina anche per fare poche centinaia di metri, perché dovremmo cercare delle alternative? La prima risposta è che per il Pianeta quello tra noi e le auto (non solo in Italia) è un amore tossico: secondo i dati della European Environmental Agency (Eea) nel 2021 i trasporti nel loro insieme erano responsabili del 33% delle emissioni di Co2, un peso dovuto quasi esclusivamente (93%) ai trasporti su strada, in primis alle automobili.
Il punto fondamentale, spiega la Eea, è che gli attuali sistemi di spostamento non sono sostenibili. D’altra parte, questo tipo di mobilità ormai è entrato profondamente nelle nostre abitudini e nel nostro modo di ragionare. A volte infatti è soprattutto una questione mentale, come dimostra il quasi 30% degli spostamenti sotto i 2 km, secondo i dati citati prima e forniti dall’Istituto superiore di Formazione e Ricerca per i trasporti (Isfort).
Sicuramente in Italia c’è un problema di mentalità ma anche di infrastrutture: tutti conosciamo le criticità e la scomodità del trasporto pubblico, basti pensare che nella sola Madrid ci sono più km di metro che in tutta Italia), senza contare che molte zone, non solo in provincia ma anche nelle città, o non sono servite o comunque richiederebbero una quantità di tempo e di fatica tali da rendere spesso la macchina l’unica vera alternativa.
Tuttavia ci sarebbe anche un’altra soluzione, che timidamente sta prendendo piede: il carpooling.
Il carpooling, traducibile in italiano col poco accattivante termine ‘covetturaggio’, è un tipo di mobilità che si basa sulla condivisione dell’auto privata tra più persone che fanno uno stesso tragitto. Perché un altro elemento da tenere in considerazione è che la maggior parte degli spostamenti in auto è fatto da singoli.
I vantaggi sono parecchi: alleggerimento del traffico, minori emissioni, riduzione dei costi per chi ne usufruisce, e se vogliamo anche un incentivo alla socializzazione.
Tra gli svantaggi invece c’è la perdita sia della flessibilità connaturata con l’utilizzo personale dell’auto sia della privacy per chi ‘usa’ il tempo speso in macchina per telefonate, riunioni con i colleghi, ascolto di podcast e così via.
In ogni caso, è sicuramente un sistema di mobilità sostenibile molto valido, che può fungere da alternativa almeno in alcune occasioni, ad esempio per andare a lavoro. In questo caso specifico, si parla di car pooling aziendale.
Funziona? I dati, forniti dall’Osservatorio Nazionale sul Carpooling Aziendale 2024 realizzato da Jojob Real Time Carpooling, che ha analizzato gli spostamenti casa-lavoro o casa-università in condivisione, parlano chiaro: nel 2023 in Italia il carpooling grazie a 373.767 viaggi condivisi ha ‘tolto dalla strada’ 212.410 veicoli, evitando così l’immissione in atmosfera di 641 tonnellate di CO2.
E se l’interesse per l’ambiente non dovesse avere grossa presa, forse un incentivo per gli italiani può venire dal portafogli: i viaggi condivisi hanno fatto risparmiare in totale 4.931.175 km che, tradotto in soldoni, significa 986.263 euro in meno tra benzina, caselli e parcheggi. A cui aggiungere anche i minori costi di manutenzione dei veicoli.
L’Osservatorio ha rilevato che il servizio di carpooling aziendale di Jojob viene utilizzato soprattutto al Nord, che macina il 63,9% di viaggi. Seguono, staccati, il Centro con il 20,6% di condivisioni da parte di pendolari casa-lavoro o casa-università, e il Sud e Isole (15,5%).
Le regioni più pronte a questa nuova mobilità sono state il Piemonte, con il 31,1% dei tragitti totali, un risparmio di 286.839 euro e 186.430 kg di CO2 non emessa; l’Emilia Romagna, con il 15,4% degli spostamenti, 118.685 euro risparmiati e 77 tonnellate di CO2 in meno; Veneto, con il 12,6% dei movimenti, 95.505 euro non spesi e oltre 62 tonnellate di CO2 evitate.
Lombardia e Lazio ‘cubano’ rispettivamente il 12,34% e l’11,93% dei viaggi condivisi: con 618.993 e 817.017 km in meno, 123.619 e 163.392 euro risparmiati, 80.475 e 106.225 emissioni di CO2 schivate.
A livello di province spiccano Torino - 61.098 viaggi, 859.385 km risparmiati, oltre 172mila euro e 111 tonnellate di CO2 in meno, Alessandria - 41.399 tragitti, 78.788 euro ‘salvati’ e 51 tonnellate di CO2 non immesse - e Bologna - 28.555 viaggi condivisi, 57.919 euro risparmiati e 37 tonnellate di CO2 evitate.
Roma si piazza in quarta posizione, con 23.427 condivisioni, ma si distingue per numero di km (397.202), euro economizzati (57.191) e tonnellate di CO2 (51) in meno.
La percorrenza media delle tratte in comune è stata di 26,57 chilometri, e le auto hanno viaggiato mediamente con 2,32 persone per veicolo, in aumento rispetto al 2,27 del 2019.
I car pooler sono soprattutto uomini, e soprattutto Millennials: il 32,5% di chi ha usufruito del servizio ha tra i 30 e i 39 anni, il 28,3% tra i 20 e i 29 anni, il 21,7% tra i 40 e i 49 anni. C’è comunque una discreta percentuale di over 50, il 17,2%, fra gli utenti.
Visti i vantaggi, le aziende stanno iniziando a muoversi nella direzione dell’auto condivisa, offrendo un parco macchine a cui i lavoratori possano attingere, oppure – più spesso – mettendo a disposizione una piattaforma per trovare passaggi ‘in comune’. Infatti, la riduzione dell’inquinamento generato dagli spostamenti casa-lavoro rientra nella gestione sostenibile delle proprie emissioni, e il car pooling aziendale sta diventando una specie di benefit, nell’ampio paniere del welfare che si può offrire ai propri dipendenti.
A velocità alternate, nel Paese qualcosa sta iniziando a cambiare.