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Cop29, bozza finanziaria attesa per mezzanotte, restano i nodi politici

Cop29, bozza finanziaria attesa per mezzanotte, restano i nodi politici
20 novembre 2024 | 10.27
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E' attesa per la mezzanotte di oggi la prima bozza pubblica di accordo finanziario di Cop29, l'unico testo che ancora manca e quello cruciale per i negoziati in corso a Baku. A quanto si apprende, il lavoro tecnico dovrebbe quindi terminare oggi, ma restano i nodi politici da sciogliere. Nella plenaria di questa mattina, però, la presidenza ha chiesto di accelerare e ha fatto sapere che si sta facendo il possibile per chiudere la partita entro venerdì.

A inizio Cop 29, il G77+Cina ha avanzato la richiesta di 1300 miliardi, i famosi 'trillions', cifra che contiene finanzia pubblica, finanza privata e banche multilaterali di sviluppo. Ma i paesi in via di sviluppo chiedono una 'finanza di qualità', ovvero una finanza 'agevolata' che non vada ad aggravare i bilanci di stati già in difficoltà. A confermare la cifra dei 1300 miliardi, anche il gruppo di economisti incaricati dalla presidenza delle Cop di preparare il rapporto sulla finanza climatica, che ha consegnato la scorsa settimana quantificando in 1300 miliardi la cifra necessaria.

Tra i nodi da sciogliere, poi, c'è la distinzione tra Paesi donatori e Paesi riceventi: il negoziato va avanti sulla base del 1992, quando paesi come Cina, Qatar, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti erano considerati Paesi riceventi perché in via di sviluppo. Con la situazione decisamente cambiata negli anni, la volontà è di allargare la base dei paesi donatori. La Cina, presente alla Cop29 con il vicepremier, ha dichiarato per la prima volta di aver fatto in questi anni 'finanza economica volontaria', bisogna capire quindi se accetterà di entrare nel novero dei Paesi donatori, e se è possibile rendicontare la finanza volontaria.

Per Ecco, il Think tank sul cambiamento climatico, "la cosa fondamentale è che questa Cop raggiunga l'accordo finanziario, che non faccia passi indietro rispetto a Cop28 e che riconfermi l'accordo di Dubai sull'uscita da lle fonti fossili triplicando le rinnovabili e raddoppiando l'efficienza energetica - dice Andrea Ghianda all'Adnkronos - Il G20 ha riconosciuto la necessità dell'accordo finanziario ma non ha confermato la necessità dell'uscita dalle fonti fossili. Il rischio di questa Cop è che si dimentichi proprio questo aspetto".

(di Stefania Marignetti)

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