La decisione sulla base del trend in calo dell'inflazione. La presidente Lagarde: "Discussioni su possibile sforbiciata di 50 punti base, ma tutti d'accordo sulla metà"
La Bce taglia i tassi oggi, 12 dicembre, di 25 punti base. L'Eurotower spiega che "la decisione scaturisce dalla dinamica e dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione". I tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,00%, al 3,15% e al 3,40% con effetto dal 18 dicembre 2024.
Il trend di calo dell'inflazione è confermato dalle nuove stime macroeconomiche degli esperti della Bce secondo cui la crescita dei prezzi "si collocherebbe in media al 2,4% nel 2024, al 2,1% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,1% nel 2027, anno dell’entrata in vigore del sistema ampliato di scambio di quote di emissione dell’UE". L'inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,9% nel 2024, al 2,3% nel 2025 e all’1,9% nel 2026 e 2027.
Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono per lo più che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine. L’inflazione interna ha registrato una flessione ma resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo.
La Bce riconosce come nonostante l'allentamento attuato quest'anno, "le condizioni di finanziamento restano stringenti, in quanto la politica monetaria permane restrittiva e i passati rialzi dei tassi di interesse si stanno ancora trasmettendo alle consistenze dei crediti in essere".
La presidente della Bce Christine Lagarde nella conferenza stampa post- consiglio direttivo, ha detto che "ci sono state discussioni su un possibile taglio da 50 punti, ma che alla fine tutti sono stati d'accordo su un taglio da 25 punti". "A novembre l’inflazione dell'Eurozona si è attestata al 2,3 per cento, dal 2% di ottobre ma questo aumento era atteso".
Nel 2024 la posizione di bilancio dei Paesi dell'area dell'euro si è notevolmente irrigidita con un incremento di 0,9 punti di Pil, a causa del ritiro di gran parte delle misure di sostegno all'energia e all'inflazione, oltre a forti aumenti delle entrate in alcuni Paesi. E' quanto emerge dalle nuove proiezioni macroeconomiche elaborate dallo staff di esperti della Bce che per l'eurozona fissano un deficit dei conti pubblici in leggero calo progressivo dal -3,2% del Pil quest'anno al -2,9% nel 2027. Questo percorso, spiega la Bce, segue principalmente il miglioramento previsto del disavanzo primario, che dovrebbe superare la crescita della spesa per interessi. La Bce prevede, quindi, che il rapporto debito/Pil dell'area euro aumenterà leggermente nel triennio 2024-26 (rispettivamente al 87,8, 88,3 e 88,7%) per poi stabilizzarsi.
La Bce ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, in linea con le aspettative del mercato, dal 3,25% al 3%. E in vista ci sono margini per ulteriore riduzione dei tassi come sostiene la maggior parte degli analisti. "Come ampiamente previsto, la Bce ha ridotto i tassi di 0,25%. Sebbene la Bce continui a ritenere che la dinamica del reddito sosterrà una ripresa economica nei prossimi anni, le proiezioni aggiornate dello staff includono una rilevante revisione al ribasso sia per la crescita che per l'inflazione. Questo si traduce in una modesta ripresa della crescita dell’1,1% e dell’1,4% nei prossimi due anni, rispetto alle previsioni di settembre dell’1,3% e 1,5%. La debolezza della crescita economica è evidente: Lagarde ha ammesso che durante la discussione odierna è stato preso in considerazione un taglio di 50 punti base, prima di convergere su una riduzione di 25 punti base, con un ampio consenso", sottolinea Francesco Castelli, responsabile obbligazionario di Banor, sul meeting Bce di oggi.
La Bce, sottolinea l'analista, "non può ancora dichiarare 'vittoria contro l'inflazione', ma ha fiducia che l'inflazione sia sulla strada giusta. Le nuove proiezioni mostrano che l'inflazione raggiungerà, seppur di poco al di sotto, l'obiettivo del 2% nel 2025. Lagarde ha sottolineato che questa è la sesta volta consecutiva in cui le previsioni sull'inflazione indicano una convergenza verso l'obiettivo del 2%, confermando una fiducia sufficiente nella stabilizzazione delle pressioni inflazionistiche. Sebbene la Bce sostenga un approccio 'basato sui dati e incontro per incontro', dichiarando di non voler anticipare alcuna traiettoria specifica dei tassi, è evidente che esiste margine per ulteriori riduzioni dei tassi. I tassi forward di mercato già indicano un tasso terminale ben al di sotto del 2%. La rimozione di riferimenti nella dichiarazione della Bce al proprio 'impegno per condizioni monetarie restrittive' non dovrebbe limitare ulteriori tagli. Come ha dichiarato Lagarde: 'Non abbiamo finito, questo è chiaro!'".
Come previsto dal consensus, nella riunione di oggi la Bce, sottolinea Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, "ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, per la quarta volta nel 2024 da quando è iniziato questo ciclo di riduzioni, nel giugno scorso. La mossa porta il tasso sui depositi al 3%, il livello più basso da marzo 2023. Questa decisione fa seguito alla revisione, da parte di Francoforte, delle previsioni di crescita del Pil dell’Eurozona per il 2025, stimata all'1,1%, un dato inferiore rispetto all'1,3% pronosticato a settembre. E le proiezioni restano modeste anche per gli anni seguenti, con una crescita stimata dell'1,4% nel 2026 e un ulteriore calo all'1,3% nel 2027; una prospettiva cupa per l'economia europea. Ora che l'inflazione che non è più una preoccupazione incalzante, l'Eurotower rimarrà probabilmente focalizzata sulle misure per sostenere l'economia in questo periodo di crescita lenta".
Le decisioni, rileva Konstantin Veit, portfolio manager di Pimco, "rimarranno di riunione in riunione e il flusso di dati dei prossimi mesi deciderà la velocità e l'entità dell'allentamento monetario da qui in avanti". Data l'incertezza sull'intervallo neutrale di politica monetaria e l'inflazione interna ancora troppo elevata, "è probabile che i tassi continuino a scendere verso la neutralità in modo graduale". La valutazione del tasso terminale intorno all'1,75% per la seconda metà del prossimo anno "rimane sostanzialmente in linea con le nostre stime per un tasso di riferimento neutrale per l’Eurozona e rappresenta essenzialmente uno scenario di atterraggio morbido favorevole. Riteniamo che la crescita continuerà a risultare più debole di quanto previsto dalla Bce e, a nostro avviso, c’è la possibilità che i mercati prezzino tassi terminali più bassi".
L'attuale stagnazione dell’economia dell'eurozona, sottolinea Nicolas Forest, ceo di Candriam, "le turbolenze politiche in Francia e Germania e l’ipotesi dei dazi statunitensi rendono le prospettive per l'Europa sempre più incerte. Tuttavia, la Bce ha continuato a tagliare i tassi d'interesse anche oggi, come da attese. Le previsioni della Bce sono state riviste marginalmente al ribasso, abbandonando la guidance secondo cui i tassi di interesse sarebbero 'rimasti restrittivi per tutto il tempo necessario'. Nonostante questo, la Bce rimane dipendente dai dati e continua a privilegiare un approccio graduale, riunione per riunione, piuttosto che orientarsi verso una traiettoria più decisa per sostenere l'economia. Con una previsione di un tasso terminale dell'1,60%, il mercato è già orientato verso la prospettiva che la banca centrale porti i tassi di interesse in territorio accomodante il prossimo anno".
Per quanto riguarda il bilancio, sottolinea l'analista, "la Bce non reinveste più tutto il capitale rimborsato sui titoli in scadenza acquistati nell'ambito del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (Pepp), riducendo il portafoglio Pepp di 7,5 miliardi di euro al mese in media. Il Consiglio direttivo interromperà i reinvestimenti nell'ambito del Pepp alla fine del 2024. Il portafoglio dell'Asset Purchase Programme (App) si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile. Mentre il quantitative tightening della Bce porterà ulteriore pressione sul programma di emissione dei titoli sovrani dell'eurozona, la banca centrale potrebbe decidere di aumentare l'incremento dei tagli dei tassi da 25 punti base a 50 punti base se le prospettive economiche si deteriorano ulteriormente. La divergenza di politica monetaria tra Stati Uniti ed Europa dovrebbe continuare ad ampliarsi nel 2025 e manteniamo una preferenza per i tassi europei rispetto a quelli statunitensi in termini di duration".