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Digitale, Italia scala 5 posizioni nell'indice Desi e sale al 20esimo posto in Ue

Ancora significativo il ritardo del nostro Paese sul capitale umano ma aumenta l'e-Government e le nostre Pmi sono sopra la media europea. Ascani: "Il Rapporto premia i nostri sforzi"

(Afp/Greg Baker)
(Afp/Greg Baker)
12 novembre 2021 | 18.10
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L'Italia scala 5 posizioni nell'indice Desi e sale al 20esimo posto in Ue nel rapporto 2021 dell'indice di Digitalizzazione dell'economia e della società in Europea. L'Italia quest'anno si colloca così al 20esimo posto fra i 27 Stati membri dell'Unione Europea rispetto al 25esimo posto occupato nella precedente edizione ma il nostro Paese rimane "significativamente in ritardo rispetto ad altri paesi dell'Ue in termini di capitale umano" sottolinea il Rapporto che rileva però come il nostro Paese sia "significativamente in ritardo rispetto ad altri paesi dell'Ue in termini di capitale umano. Rispetto alla media Ue, registra infatti livelli di competenze digitali di base e avanzate molto bassi". Positivo il commento sul quadro generale Ue della Vicepresidente esecutiva per Un'Europa pronta per l'era digitale, Margrethe Vestager: "Il messaggio dell'indice di quest'anno è positivo: tutti i paesi dell'Ue hanno compiuto progressi verso una maggiore digitalizzazione e competitività, ma si può fare di più. Stiamo collaborando con gli Stati membri per garantire la realizzazione degli investimenti chiave attraverso il dispositivo per la ripresa e la resilienza al fine di offrire a tutti i cittadini e a tutte le imprese il massimo delle opportunità digitali".

Tornando alla trasformazione digitale del nostro Paese, l'indice Desi rileva che "nel corso del 2020 l'Italia ha compiuto alcuni progressi in termini sia di copertura che di diffusione delle reti di connettività, con un aumento particolarmente significativo della diffusione dei servizi di connettività che offrono velocità di almeno 1 Gbps. Tuttavia il ritmo di dispiegamento della fibra è rallentato tra il 2019 e il 2020 e sono necessari ulteriori sforzi per aumentare la copertura delle reti ad altissima capacità e del 5G e per incoraggiarne la diffusione. La percentuale di utenti online italiani che utilizzano servizi di amministrazione online (e-government) è aumentata dal 30% nel 2019 al 36 % nel 2020, ma è ancora nettamente al di sotto della media Ue".

"Il passo avanti dell’Italia dal 25° al 20° posto della graduatoria generale dell’Indice Desi 2021, il primo dopo diversi anni, premia gli sforzi che stiamo facendo nel processo di digitalizzazione del Paese" commenta la Sottosegretaria al Mise e vicepresidente del Pd, Anna Ascani. "Si tratta - continua - di una sfida impegnativa, sostenuta dal Pnrr, che non riguarda solo le infrastrutture: il nostro spirito è quello di mettere sempre al centro le persone. Su questo aspetto voglio sottolineare i progressi registrati nell’ambito delle competenze digitali, migliorando di tre posizioni rispetto allo scorso anno. L’Italia avanza: crescono digitalizzazione e competenze, abbiamo finalmente iniziato a risalire la classifica, ma rimane ancora molto da fare". Per la Sottosegretaria al Mise, inoltre, "le 12 posizioni guadagnate nel campo dell’integrazione delle tecnologie digitali, con un punteggio Paese al di sopra di quello europeo, dimostrano gli sforzi che abbiamo sostenuto, e che stiamo ancora affrontando, affinché il sistema Italia si avvalga di tutte le tecnologie a disposizione: il Cloud, ad esempio, registra un livello di adozione da parte delle imprese pari al 38%, in evidente crescita rispetto al 15% del Desi 2020". Ascani rileva infine che "l'indice Desi 2021 ci dice però che dobbiamo fare di più per quanto riguarda la connettività, che registra ancora ritardi - siamo al 23° posto - come ad esempio negli indicatori relativi alla copertura 5G (8% rispetto al 14% della media Ue). Su questo versante stiamo dando un impulso significativo grazie all’attuazione della Strategia per la Banda Ultralarga, attraverso il completamento del Piano Aree Bianche e l’avvio di interventi come Italia a 1 Giga e Italia 5G".

Stando al Rapporto Desi 2021, in Italia l'uso dei fascicoli sanitari elettronici da parte dei cittadini e degli operatori sanitari rimane disomogeneo su base regionale. La maggior parte delle piccole e medie imprese italiane (il 69 %) ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale, una percentuale ben al di sopra della media Ue (60 %). Le imprese italiane fanno registrare ottimi risultati nell'uso della fatturazione elettronica, sebbene permangano lacune nell'uso di tecnologie quali i big data e l'intelligenza artificiale, nonché nella diffusione del commercio elettronico. La legislazione adottata nel 2020 prevede riforme volte ad accelerare la diffusione della banda larga, compreso il 5G, e a semplificare e accelerare la digitalizzazione dei servizi pubblici, si legge ancora dell'edizione 2021 dell'indice Desi al capitolo riservato all'Italia. Nel 2020 e nel 2021 si è registrata una forte accelerazione nell'adozione di importanti piattaforme abilitanti per i servizi pubblici digitali da parte delle pubbliche amministrazioni, evidenzia l'indice Desi prevedendo che le nuove riforme previste dal piano nazionale italiano per la ripresa e la resilienza daranno un ulteriore impulso alla digitalizzazione dei servizi e alla modernizzazione della pubblica amministrazione in tutto il paese.

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