"Le nuove linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità sui dolcificanti, basate sulla revisione sistematica della letteratura scientifica sul tema della loro sicurezza, sono condivisibili", secondo Andrea Natali, ordinario di Scienze e tecniche dietetiche applicate e coordinatore eletto del comitato scientifico della Società italiana di diabetologia (Sid). Le raccomandazioni dell'Oms "tengono conto - evidenzia la Sid - delle conclusioni a suo tempo pubblicate: nella popolazione adulta, sia chi usa abitualmente dolcificanti in sostituzione dello zucchero sia chi consuma bevande con dolcificanti ha un rischio maggiore, rispettivamente +34% e +23%, di sviluppare diabete di tipo 2 nel corso del tempo; chi consuma abitualmente dolcificanti, rispetto a chi non li consuma, ha un rischio maggiore, dal 20% al 30%, di sviluppare malattie cardiovascolari; in gravidanza il consumo di dolcificanti si associa a un maggior rischio di parto pretermine, pari al +25%". Dati che Natali analizza in una nota.
"L'effetto molto piccolo sulla riduzione di peso associata all'uso di dolcificanti - osserva lo specialista - è spiegato dalla modesta riduzione di calorie che comporta scambiare lo zucchero con i dolcificanti, dal momento che nella maggior parte dei casi il consumo di zuccheri semplici è quantitativamente modesto. Per quanto riguarda l'insorgenza del diabete - prosegue Natali - è estremamente improbabile che i dolcificanti abbiano un effetto causale diretto sulle malattie; è più verosimile che chi consuma dolcificanti abbia una minore educazione alimentare, abbia o abbia avuto un profilo metabolico parzialmente alterato, abbia familiarità per diabete oppure, banalmente, si senta giustificato a mangiare di più. E' un po' come chi dice 'la mattina faccio colazione con il cornetto, ma lo prendo integrale e non ripieno e poi non metto zucchero nel caffè'. Nello studio non viene preso in esame l'impatto dei dolcificanti sul controllo glicemico, ma sappiamo dalle linee guida Ada sulla terapia nutrizionale medica che il loro effetto è controverso".
"Per quanto riguarda le malattie cardiovascolari - continua il diabetologo - questo è il dato più difficile da spiegare, non avendo i dolcificanti alcun impatto sui maggiori fattori di rischio tradizionali, quali il livello della pressione e i lipidi. Gli studi al riguardo sono ancora pochi, eterogenei nei risultati, e gli aggiustamenti per i fattori di confondimento spesso incompleti. I dati sul parto pretermine, infine, anche se non robusti, giustificano la cessazione del consumo di dolcificanti in gravidanza".
Questo e altri temi verranno discussi nel forum multidisciplinare 'Panorama diabete - Prevedere per prevenire', promosso dalla Sid dal 21 al 24 maggio al Palazzo dei Congressi di Riccione, e in particolare nella sessione 'Quanta salute si può guadagnare a tavola', moderata dallo stesso Natali e da Gabriele Riccardi dell'università di Napoli.
L'appuntamento è nella sala 'Polissena B' per le 11 del 23 maggio, con gli interventi di Andrea Poli su 'I falsi miti ed il cambiamento di paradigma: il cibo da minaccia diventa risorsa', Fabio Galvano su 'Molti anni di vita si perdono per pochi errori alimentari: la lezione del Gbd", e Mario Barbagallo su 'E' vero che a tavola non si invecchia?'.