In una nota: "È necessario mobilitarsi ancora
Sul ddl Zan "la responsabilità, e non solo da oggi, della mancata approvazione al Senato della nostra Repubblica, che dovrebbe rimuovere gli ostacoli all’uguaglianza, ha un nome e un cognome: Matteo Renzi". Così una nota delle Sardine.
"È necessario mobilitarsi ancora, dopo il dibattito già surreale sulla 'libertà di odiare', perché le aggressioni e l’esclusione sociale non sono sufficienti a una certa politica con la p minuscola. Il senatore Renzi era in Arabia Saudita, che forse è anche il suo riferimento per i diritti umani, durante il voto decisivo al Senato che ha affossato il ddl Zan. Un passo di civiltà che, seppur come sempre da ultimi in Europa, avremmo potuto fare", accusano dal movimento antagonista del sovranismo.
"Il senatore Renzi non trova il tempo per la lotta alle discriminazioni e ai crimini d’odio - si legge nel testo - . Tuttavia trova invece il tempo di incontrare Gianfranco Miccichè per siglare il patto con Forza Italia per gruppi e liste comuni, o di andare in Arabia Saudita a fare commercio di se stesso col Re", si legge nel testo". "I senatori sovranisti che festeggiano la negazione dei diritti, l’accettazione della violenza e dell’ignoranza, sono un’immagine indimenticabile: così lontana dalla società che gli italiani e gli europei, soprattutto giovani, vivono", concludono Santori e le altre sardine.