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Ddl prostituzione, Pia Covre: "Proposta M5S-LeU illiberale, daremo battaglia"

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09 aprile 2022 | 16.38
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"Una proposta di legge illiberale che viola le libertà individuali". Pia Covre, fondatrice del Comitato per i diritti civili delle prostitute insieme a Carla Corso, intervistata dall'Adnkronos, interviene sul ddl M5S-LeU (prima firmataria la senatrice pentastellata Alessandra Maiorino) che, mirando a modificare la legge Merlin, prevede pene più severe per i clienti delle sex worker, anche il carcere. "Siamo pronti a dare battaglia contro un provvedimento che non riconosce l'autodeterminazione", annuncia. Una proposta di legge, a suo avviso, "scritta male, anche mistificatrice rispetto ai dati presentati, che non tiene conto di punti di vista alternativi".

"Il provvedimento - spiega Covre - nasce da un lavoro di una Commissione parlamentare che, partendo dalla sentenza della Corte costituzionale sulla legge Merlin, ha puntato a raccogliere informazioni tramite diverse audizioni: interventi a nostro avviso selezionati e totalmente di parte con pareri giunti essenzialmente dal panorama abolizionista italiano, straniero e cattolico. Un obiettivo dunque predeterminato per giungere alla conclusione che bisogna applicare il 'modello svedese' di criminalizzazione dei clienti per ridurre la domanda. Un ddl dunque costruito ad hoc. Non nascondo che per essere audita io ho faticato molto".

"Gli strumenti per punire già ci sono in Italia, quello che effettivamente manca è un feedback dettagliato intorno al mondo della prostituzione che aiuti l'emersione", sottolinea Covre. "Lo dice anche la legge Merlin: il lavoro sessuale è questione di autodeterminazione. Ma la libertà di scelta deve essere accompagnata da maggiori tutele, dalla garanzia di diritti e protezione da parte dello Stato rispetto a eventuali sfruttatori. In questa direzione, da oltre 30 anni chiediamo che la legge Merlin venga modificata, perché essa non proibisce certo il lavoro sessuale ma lo lascia in un limbo in cui diritti e tutele delle sex worker sono insistenti".

Quindi Covre si domanda perché mai puntare su una legge che colpisce i clienti quando "vi sono già tutta una serie di misure che puniscono lo sfruttamento della prostituzione e leggi antitratta. Da questo punto di vista allora la pdl è una menzogna". Occorre invece "applicare quelle misure investendo adeguate risorse, non sottofinanziarle". In Italia, conclude, "ci saranno almeno 70.000 sex worker ma i clienti sono milioni, vogliamo davvero far passare una legge rovinafamiglie? Che le forze dell'ordine, invece dei criminali, si mettano a rincorrere i nostri clienti?"

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