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Danza, Paganini: "In scena dopo terribile incidente, salvato dai Pink Floyd"

Parte da Modena la tournée di 'Shine. Pink Floyd Moon', l'opera rock firmata dallo scomparso Micha van Hoecke, con il complesso live dei Pink Floyd Legend e la Compagnia Daniele Cipriani

Raffaele Paganini  e Mattia Tortora protagonisti di 'Shine. Pink Floyd Moon', l'opera rock firmata dallo scomparso Micha van Hoecke, in tournée in Italia
Raffaele Paganini e Mattia Tortora protagonisti di 'Shine. Pink Floyd Moon', l'opera rock firmata dallo scomparso Micha van Hoecke, in tournée in Italia
13 gennaio 2023 | 17.08
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"Un incidente devastante, terribile mi ha tenuto lontano dal palcoscenico per molti anni. Cliniche, cure, una lunga riabilitazione. Per mesi sono stato incollato ad un letto di ospedale. Avevo tutte le ossa rotte. Avevo già deciso che avrei attaccato le scarpette al chiodo. Ma la voglia di stare in scena è stata più forte, ricordando i miei maestri e amici, Rudolf Nureyev, Micha van Hoecke". Raffaele Paganini si racconta all'Adnkronos prima del debutto dello spettacolo 'Shine. Pink Floyd Moon', l'opera rock firmata dallo scomparso Micha van Hoecke ( e ripresa dalla moglie Miki Matsuse) di cui sarà protagonista accanto alla Compagnia Daniele Cipriani e al complesso live Pink Floyd Legend. Il debutto il 25 gennaio a Modena (Teatro Comunale), poi in tournée il 30 a Pordenone (Teatro Verdi), il 3 febbraio a Roma ( Auditorium Parco della Musica, sala Santa Cecilia), il 21 marzo a Firenze (Teatro Verdi).

"Sono scomparso volutamente dalle ribalte - aggiunge Paganini- L' unico obiettivo era guarire, poter ricominciare a muovermi, mi sono imposto un training durissimo, disciplina e autocontrollo. Uno stato, il mio, di assoluta impotenza, soprattutto in drammatica antitesi con la mia vocazione di danzatore e interprete. Ma in tutti quei lunghissimi mesi ho pensato a quanto fossi stato fortunato come artista. Ho incamerato sogni, emozioni, insegnamenti, amicizie profonde che hanno lasciato un segno, come quella con il tartaro volante. E da lì dovevo ripartire".

E a 30 anni dalla scomparsa di Rudolf Nureyev, Raffaele Paganini, divo tra i divi, ricorda ancora: "Un esempio per la nostra generazione- C'erano veri e propri gruppi di fan, tra noi giovani ballerini, come nello sport. Chi tifava Vassiliev, chi difendeva Baryshnikov. Io, non ho mai tradito Rudy. Il mio secondo figlio, calciatore nella Triestina, si chiama Luca Rudolf, una dedica al più grande danzatore del '900. Tecnica, virtuosismo, appeal irresistibile. Rudy era una persona generosissima con chi stimava e amava, rispettosa del prossimo, al contrario sapeva anche essere apparentemente burbero, sprezzante. Chiedeva rispetto, non per lui, ma per la sua arte. Insofferente alla disciplina - prosegue Paganini- un pò come me. Ma gran lavoratore. Nureyev non aveva grandi doti naturali, come per esempio, Roberto Bolle, ma è diventato il numero uno".

E sullo spettacolo dedicato ai Pink Floyd Raffaele Paganini non ha dubbi: "non è la musica della mia giovinezza, ho accettato la sfida perchè dietro 'Pink Floyd Moon' c'è l'anima di un grande uomo e di un grande maestro, che oggi ci manca molto, Micha van Hoecke. Rivedendo l'opera rock mi sono tornati in mente i nostri incontri, le nostre conversazioni, le prove dei balletti, è come se ascoltassi la sua voce. Micha era uno dei pochi registi e coreografi che riusciva a trasformare un movimento in sensazione, in emozione. Ti 'raccontava' la verità di un gesto - conclude- E tu dovevi solo imparare ad ascoltarlo e portare in scena il suo universo di bellezza e arte".

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