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'Quando eravamo i padroni del mondo', Cazzullo racconta l'impero infinito di Roma

Il libro sarà presentato il 29 novembre alle 16,30 nella Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola a Roma dall'ex presidente del Consiglio Mario Draghi

'Quando eravamo i padroni del mondo', Cazzullo racconta l'impero infinito di Roma
27 novembre 2023 | 19.40
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Dalla politica alle regole della guerra. Dai nomi dei giorni alla scansione del tempo. Dalla rete stradale, che ancora ricalca quella disegnata molti secoli fa, alle regole del nostro diritto. L'impero romano è tra di noi. Giulio Cesare non è soltanto un uomo del passato, uno "storico formidabile", un grande "generale conquistatore" e un "leader politico", la cui memoria fa parte dell'immaginario collettivo oppure è a disposizione degli storici. Viceversa, è ancora presente nel nostro tempo se non altro perché dal suo nome hanno tratto origine quello di 'Kaiser' e quello di 'Zar'. L'eredità lasciata da Cesare non è l'unica che richiama la Roma del passato. Una civiltà che, adattandosi a contesti diversi, parla ancora ai nostri giorni. E' la tesi che Aldo Cazzullo, vicedirettore ad personam del Corriere della Sera, argomenta nel suo ultimo saggio intitolato 'Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l'impero infinito' pubblicato da HarperCollins.

"Quello che oggi chiamiamo Occidente - scrive nell'introduzione del suo saggio - è una costruzione eretta sulle fondamenta dell'antica Roma. In tutto l'Occidente, la lingua della politica e del potere è la stessa che si parlava a Roma due millenni fa. Imperatore e popolo sono parole latine. Come dominio è libertà". Dati che si fondano sul fatto che, tanto per fare un esempio, dal latino discendono le lingue che si parlano in gran parte del Vecchio Continente. A questo proposito basti ricordare, come fa il giornalista, che la parola 'presidente' trae origine dal latino 'praesidere', presiedere.

O, per restare ancora nel territorio della politica, è sufficiente pensare che gli Stati Uniti, la Francia, la Spagna, oltre che ovviamente l'Italia, annoverano nel loro ordinamento il Senato come l'antica Roma. Tutto questo fa dire a Cazzullo: "Roma non è mai caduta. L'impero romano non è mai caduto, né mai cadrà. Ha continuato a vivere nelle menti, nelle parole, nei simboli degli imperi venuti dopo. Noi italiani non siamo i discendenti diretti degli antichi romani: ci siamo mescolati con molti altri popoli, dai barbari agli arabi. Ma dei romani possiamo rivendicare l'eredità".

Dalle gesta di Enea che rappresenta il mito della fondazione, cui il giornalista dedica il primo capitolo, fino a Marguerite Yourcenar autrice de 'Le memorie di Adriano' ai tanti film ispirati alla Città Eterna, di cui scrive nel paragrafo 'Il cinema nasce con Roma', Cazzullo passo dopo passo mette in fila personaggi e vicende che hanno segnato il mito di Roma tra cui spiccano, oltre a Giulio Cesare, Augusto, Costantino. Senza dimenticare la congiura di Catilina descritta nel capitolo dedicato ai rivoluzionari e ai golpisti. "L'unica chiave per raccontare oltre mille anni di storia - afferma Cazzullo - è capire quello che resta. Raccontare i motivi, le cose, le storie per cui la civiltà romana è viva: e noi italiani, per quanto molto diversi, ne siamo indegnamente gli eredi e di questo dovremmo essere più consapevoli e orgogliosi". Il libro sarà presentato il 29 novembre alle 16,30 nella Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola a Roma dall'ex presidente del Consiglio Mario Draghi. All'appuntamento parteciperà anche l'attrice Nancy Brilli.

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