La mostra sull'autore del 'Signore degli Anelli' aperta oggi alla Gnam alla presenza del ministro Sangiuliano: "Raccontiamo principalmente la personalità di Tolkien: uomo, professore, autore"
Tolkien amato dalla destra anche estrema come da Lotta Continua; Tolkien grande della letteratura ma poco studiato nelle scuole; Tolkien appassionato dell'Italia e legato alla Chiesa cattolica ma mai in visita a Roma. E' il Tolkien descritto da Oronzo Cilli, intervistato dalla AdnKronos; curatore della mostra che aperta oggi alla Gnam, la Galleria nazionale d'Arte moderna, alla presenza fra gli altri del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a mezzo secolo dalla scomparsa del letterato.
"Le prime tre grandi mostre su Tolkien, a Oxford, a Parigi e a Milwaukee negli Usa, hanno celebrato alcuni aspetti dell'opera letteraria e accademica dello scrittore; la mostra di Roma ha la particolarità di voler raccontare principalmente la personalità di 'Tolkien: uomo, professore, autore' come appunto recita il titolo", è la peculiarità da lui sottolineata. "Vogliamo far capire come tutte e tre questi aspetti siano stati fondamentali per il successo che poi Tolkien ha avuto in tutto il mondo", spiega Cilli per il quale lo scrittore "rientra a pieno diritto fra i giganti della Letteratura".
Eppure, al liceo si studia poco o niente... "Il problema dei programmi scolastici è dovuto soprattutto al fatto che non si arriva mai a studiare alcuni periodi e dunque alcuni autori più vicini a noi - osserva - E ci si sofferma soprattutto sugli autori italiani, tranne alcuni grandi scrittori internazionali. Non c'è una piena coscienza della grandezza letteraria di Tolkien; ma le cose, in tal senso, stanno un po' cambiando all'interno delle scuole, molti docenti parlano oggi di lui".
La trilogia del film 'Il Signore degli Anelli' ha aiutato a rendere Tolkien famoso in Italia e dunque anche nel mondo scolastico? "E' chiaro che il film ha un 'linguaggio' diverso rispetto al libro. Ma possiamo dire che si sono aiutati a vicenda: il film viene deciso partendo dalla fama dell'opera di Tolkien che, dopo la trilogia al cinema e nei dvd e alle serie tv, è divenuta ancora più popolare".
E' un po' un effetto 'Gattopardo' ricordando la fama del romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa amplificata dopo il successo del film di Luchini Visconti? "Certo. E mi viene in mente il fatto che Tolkien e Tomasi condividono un episodio, essendo entrambi stati rifiutati da Elio Vittorini dopo essere stati proposti alla casa editrice Mondadori. La nota è esposta in mostra".
Quanto a lui, "scoprii Tolkien quando avevo 19 anni, entrando in libreria con la mia fidanzata di allora, che oggi è mia moglie. E la mole del romanzo - assicura - non mi ha mai spaventato, anzi: mi ha incuriosito la vastità dei personaggi che conteneva. I miei preferiti - confessa- sono Gandalf e i due personaggi in uno di Gollum e Smigol, con due personalità diverse e talora opposte".
Politicamente conservatore, fervente cattolico, la sua opera piace trasversalmente ma in qualche modo è spesso accostato fra i miti letterari della destra, presente nel Pantheon anche di quella più estrema: perché? "Ogni lettore è libero di ritrovare in un autore le sue sensibilità. Tolkien è grande anche per questo, per aver creato un mondo di cui ognuno riesce ad 'appropriarsi' di un pezzo, anche se poi non è in realtà il suo - risponde - Basti pensare che, se è vero che fu bocciato nel 1962 da Vittorini, la sua lettura è poi divenuta trasversale: già negli anni Settanta, Tolkien era letto e amato sia dai ragazzi di destra che ad esempio dagli Indiani Metropolitani di Roma o da Lotta Continua... La cosa certa è che Tolkien era fuori da tutti questi schematismi politici".
Non a caso, dopo la 'Bibbia' e il 'Corano', il 'Signore degli Anelli' è il libro più letto al mondo, tradotto in 71 Paesi e in 52 lingue, compreso il gaelico e il latino... "Mancano forse soltanto il greco antico e l'aramaico!", osserva Cilli sorridendo. Quanto al latino, "lui lo conosceva e aveva anche un rapporto molto forte con la Chiesa cattolica, pur appartenendo geograficamente al mondo anglicano: era cattolicissimo, molto legato ai francescani e ai domenicani e un figlio diventò sacerdote di Santa Romana Chiesa". Un rapporto forte anche con l'Italia... "Certamente, venne in Italia in viaggio due volte, a Venezia e ad Assisi, oltre a una crociera; vi rimase anche un paio di settimane. Ma, stranamente, non visitò mai Roma". I 'grandi' stupiscono sempre...
(di Enzo Bonaiuto)