"Propaganda da ambedue le parti per far parlare di altro: Netanyahu ha interesse a spostare la tensione sulla crisi, coinvolgendo la Repubblica Islamica in questa guerra, perché vuole entrare a Rafah, mentre in Iran esattamente nello stesso giorno la polizia morale ha ripreso a dare la caccia alle donne malvelate".
L'attacco dell'Iran contro Israele ha tutte le caratteristiche di "un'azione di propaganda sia da una parte che dall'altra. Una propaganda che serve, a ciascuna parte, come arma di distrazione di massa. Bibi Netanyahu ha tutto l'interesse a spostare la tensione sulla crisi con l'Iran, coinvolgendo la Repubblica Islamica in questa guerra, perché vuole entrare a Rafah. Mentre, dall'altra parte, in Iran, combinazione, esattamente nello stesso giorno la polizia morale ha ripreso a dare la caccia alle donne malvelate, ad arrestarle, picchiarle, multarle eccetera". E' l'analisi di Hamid Ziarati, scrittore, ingegnere e insegnante iraniano naturalizzato italiano, che - sentito dall'Adnkronos - esaminando alcuni 'numeri' (quelli dei droni e dei missili lanciati contro Israele) dell'attacco di sabato scorso, sottolinea come "a pagare il prezzo più alto di questa propaganda" ci sia "la popolazione civile palestinese e quella iraniana, per non parlare di quello che hanno pagato già gli israeliani, per la follia di pochi disperati il 7 ottobre".
"Io non sono certo un politologo - premette Ziarati, in questo periodo al lavoro su un nuovo romanzo - ma un cittadino che cerca di vedere le cose come accadono". E quanto accaduto sabato "apre un punto interrogativo, perché, a sentire i generali dei Pasdaran e la tv della Repubblica Islamica, loro sostengono di aver colpito più degli obiettivi rispetto agli obiettivi che si erano prefissati. E questa è la propaganda dei Pasdaran in Iran. Dall'altra parte - prosegue l'autore de 'Il meccanico delle rose' e di 'Salam, Maman' - sento le notizie occidentali, dai telegiornali, radio, tv, dicono che il 99% tra i missili e i droni sono stati abbattuti. Poi leggo che in totale sono stati lanciati oltre 300 tra missili e droni. Allora, se la matematica è una scienza esatta - calcola - il 99% vuol dire che ogni 100, uno dei droni o dei missili ha colpito, e su 300 vuol dire che solo tre hanno colpito, eppure dai filmati e dalle notizie che arrivano la situazione sembra molti più grave ".
Hamid Ziarati - che in Iran ha ancora cugini e tanti amici tra artisti, attori, scrittori, registi, mentre ormai tutta la sua famiglia è in Italia da anni - ricorda infine come il suo Paese viva una "pessima situazione economica, con un'inflazione galoppante , che aumenta di giorno in giorno, dal momento che in Iran tutto si acquista e si vende guardando al mattino il prezzo del dollaro. Dunque, chi ci rimette è sempre il popolo che non c'entra niente, non subisce i bombardamenti ma subisce poi la fame. E parlare dei missili iraniani contro Israele, distrae dalla fame e dalla Polizia morale che sta dando caccia alle donne per le strade".