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Giuditta e Oloferne di Donatello torna a splendere a Palazzo Vecchio

Terminato il restauro nella Sala dei Gigli, sostenuto dai mecenati riends of Florence

(ufficio stampa Friends of Florence)
(ufficio stampa Friends of Florence)
03 giugno 2024 | 14.49
LETTURA: 2 minuti

Il bronzo di Donatello raffigurante Giuditta e Oloferne (1457-1464) torna a splendere nella Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio dopo l'intervento di restauro conservativo realizzato grazie al sostegno dei mecenati di Friends of Florence. Il progetto è stato articolato in due fasi, della durata complessiva di circa 10 mesi, con esecuzione delle opere affidata direttamente dal soggetto donatore. Il bronzo restaurato è stato svelato oggi alla presenza, tra gli altri, della vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini, della console generale degli Stati Uniti d'America, Daniela Ballard, e di Simonetta Brandolini d’Adda Presidente di Friends of Florence.

Il bronzo appariva gravemente offuscato da uno strato copioso di pulviscolo atmosferico che nel corso degli anni si era depositato sulle sue superfici. Il progetto di restauro si è prefisso di ripristinare e migliorare la leggibilità dell'opera, perfezionando gli interventi eseguiti negli anni Ottanta del secolo scorso attraverso l'applicazione delle nuove strumentazioni e conoscenze nel frattempo acquisite, nonché di approfondire l'analisi degli aspetti tecnici del gruppo bronzeo e, dunque, delle peculiari modalità di lavoro del suo eccezionale autore.

Sono state rimosse tutte le problematiche conservative del metallo che si sono generate in questi decenni. Sono stati ritrattati alcuni bruschi passaggi cromatici (e con essi alcune sostanze minerali superficiali) indotti da diverse patine di alterazione più o meno stabili, mediante la rimozione o l'assottigliamento dei prodotti di corrosione dannosi. Un'importante soluzione operativa è stata data dall'impiego del laser messo a disposizione dalla ditta El.En, che ha permesso di riportare in luce diversi nuovi frammenti aurei conservati in più aree, in alcuni casi individuando anche gli andamenti e i confini delle campiture e, quindi, di chiarire quali parti del bronzo fossero originariamente impreziosite da dorature, frequenti nella scultura fiorentina di quel periodo e ricorrenti nelle opere di Donatello. I risultati conseguiti sulle superfici del bronzo hanno portato anche a riconsiderare i materiali da utilizzare per la sua protezione finale, ora costituita da una stesura filmogena di vernice acrilica, coperta a sua volta da uno strato di sacrificio di cera analoga a quella del precedente restauro, all'epoca impiegata per la prima volta dopo importanti studi comparativi.

Il restauro ha permesso anche di integrare la conoscenza della tecnica esecutiva dell'opera con qualche nuova informazione su particolari dell’assemblaggio del bronzo in precedenza non rilevati. E' stato inoltre eseguito un intervento di manutenzione del basamento lapideo del gruppo bronzeo, consistito nella spolveratura e nel lavaggio delle superfici e nella sostituzione dello zoccolo di rivestimento del supporto metallico su cui poggia la scultura all’interno della Sala dei Gigli.

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