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Ustica, figlia vittima: "Amato? Perplessa, a giudici non diede questa versione"

Così all'Adnkronos Giuliana Cavazza, presidente onoraria dell'Associazione per la verità sul disastro aereo. L'avvocato De Lisi, fratello e zio di due delle 81 vittime della strage: "Crimini di guerra non si possono ignorare, pronto ad azioni in ogni sede"

I resti del Dc9 Itavia nel museo dedicato alla strage di Ustica - Fotogramma
I resti del Dc9 Itavia nel museo dedicato alla strage di Ustica - Fotogramma
02 settembre 2023 | 13.01
LETTURA: 2 minuti

"Ho risentito le parole di Amato quando depose davanti ai giudici e non disse niente di tutto ciò: è da capire perché a distanza di tanti anni cambia versione". Lo afferma all'Adnkronos Giuliana Cavazza, che perse la madre nell’esplosione del DC 9 Itavia del 27 giugno 1980, presidente onoraria dell’Associazione per la verità sul disastro aereo di Ustica, commentando le parole dell'ex presidente del consiglio Giuliano Amato sulla strage.

"Ci sono sentenze e perizie chiarissime e deposizioni davanti ai giudici", aggiunge Cavazza dicendosi "molto perplessa". Cavazza sottolinea che "l'associazione convocherà per la settimana prossima una conferenza stampa".

Nei mesi scorsi, intanto, è stato presentato dall'Associazione alla Procura di Roma un esposto per chiedere di indagare sulla pista della bomba. "Partendo dalla verità stabilita nell'unica sentenza penale pronunciata, che fa ritenere la bomba l'unica ipotesi provata e appurata, si chiede al procuratore di indagare un quella direzione per capire chi possa averla messa a bordo", spiega il gen. Leonardo Tricarico, membro della stessa associazione. Già a giugno dello scorso anno, la stessa associazione aveva presentato un altro esposto alla procura di Bologna.

Fratello e zio vittime: "Crimini di guerra non si possono ignorare, pronto ad azioni in ogni sede"

"I crimini di guerra non hanno prescrizione" e "se un'azione di guerra fu, per la quale hanno perso la vita degli innocenti, è giusto che i responsabili paghino", commenta quindi all'Adnkronos Anthony De Lisi, avvocato e fratello di Elvira De Lisi e zio di Alessandra, due delle 81 vittime della strage, mentre si dice pronto a rivolgersi "davanti a ogni sede competente" e anche alla Corte penale internazionale.

"Non sono rimasto affatto sorpreso (dalle parole di Amato ndr) - sottolinea De Lisi - per noi che siamo stati tristemente addetti ai lavori in questa vicenda, nella quale ognuno di noi ha perso dei cari, non c'erano grandi misteri, si è capito subito che non era stata una bomba né un incidente aereo. La colpa vergognosa è che dopo 43 anni si tenti ancora di negare una verità che darebbe dignità alla memoria delle vittime".

"Credo che Amato, che è un fine giurista e ha definito un'azione di guerra quella di Ustica, sappia meglio di me che i crimini di guerra non hanno prescrizione", prosegue De Lisi pronto ad attivarsi "davanti a ogni sede competente, anche internazionale".

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