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Spionaggio, il 20 novembre udienza in Cassazione per Biot nel processo militare

Imputato anche davanti alla giustizia ordinaria dove sempre a novembre si celebrerà il processo in Corte di Assise di Appello

Spionaggio, il 20 novembre udienza in Cassazione per Biot nel processo militare
07 agosto 2024 | 16.22
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Arriva in Cassazione il processo a Walter Biot, il capitano di fregata, arrestato dai carabinieri del Ros il 30 marzo 2021 con l'accusa di spionaggio per aver passato documenti segreti a un funzionario russo in cambio di cinquemila euro. L’udienza davanti ai supremi giudici della prima sezione è stata fissata per il prossimo 20 novembre dopo il ricorso presentato dalla difesa dell’ufficiale di Marina, rappresentata dagli avvocati Roberto De Vita e Antonio Laudisa, contro la sentenza della Corte militare di Appello di Roma che lo scorso gennaio ha condannato Biot a 29 anni e due mesi confermando sostanzialmente il giudizio di primo grado. Biot nel processo militare è accusato di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio, esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio, procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato e comunicazioni all'estero di notizie non segrete ne' riservate.

Nei confronti di Biot, detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, oltre alla procura militare ha proceduto anche la procura ordinaria dopo che i giudici di piazza Cavour hanno ritenuto legittima la "doppia" giurisdizione considerata la diversità delle due incriminazioni. L’ufficiale è stato condannato lo scorso 19 gennaio, in seguito all'inchiesta dei magistrati Gianfederica Dito e Michele Prestipino, per le accuse di spionaggio, rivelazione di notizie che per la sicurezza nazionale dovevano rimanere segrete e corruzione dai giudici della Corte di Assise di Roma che gli hanno inflitto una pena a 20 anni.

Nelle motivazioni i giudici d’Assise avevano sottolineato che “è indubbio che l'azione” di Biot “è stata dettata da finalità anche politiche, che lo stesso si è indebitamente procurato, mediante acquisizione fotografica dei documenti contenenti le notizie segrete e riservate oggetto di contestazione, al fine preordinato di rivelare le notizie, come accaduto, con la consegna della micro Sd in cui le aveva riversate, all'agente diplomatico della Federazione Russa, chiara essendo la finalità di favorire uno Stato estraneo all'Alleanza Atlantica e, per quanto ampiamente esposto, la concreta messa in pericolo degli interessi protetti dalle norme’’. Anche questa sentenza è stata impugnata dalla difesa di Biot con un atto di appello di oltre 250 pagine e la Prima Corte di Assise di Appello ha fissato l’udienza per il prossimo 7 novembre.

Per gli avvocati De Vita e Laudisa “né il giudice militare, né il giudice ordinario si sono voluti confrontare con la grande anomalia di questa vicenda giudiziaria - sottolineano i due penalisti all’Adnkronos - si è celebrato un processo (anzi due) senza che imputato e difesa abbiano potuto conoscere le prove a carico né lo abbiano potuto portare elementi di prova a discarico. Il segreto Nato ha rappresentato l’alibi per nascondere la mancanza assoluta della prova. Confidiamo che la Cassazione possa ristabilire i principi dello stato di diritto e di un ordinamento democratico, restituendo quello che a Walter Biot è mancato sin dal giorno del suo arresto: la normalità processuale”. E sul punto la difesa del capitano di fregata, con il ricorso per Cassazione, ha sollevato anche questioni di legittimità costituzionale delle norme utilizzate “per sottrarre - spiegano dal collegio difensivo - il segreto Nato al controllo giurisdizionale e al giusto processo, collocandole addirittura oltre il sistema del segreto di stato”.

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