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Oggi il World Bicycle Day, ecco chi sono i Vip innamorati della bicicletta

Da Jovanotti a Prodi e Cannavaro, tutti i famosi che amano pedalare

Jovanotti e la sua bici
Jovanotti e la sua bici
03 giugno 2024 | 17.09
LETTURA: 5 minuti

Non esiste nella lunga storia umana un mezzo di spostamento più diffuso, semplice e popolare come la bicicletta: per questo le Nazioni unite, dal 2018, celebrano le due ruote a pedali con il World Bicycle Day, fissato ogni 3 di giugno. Popolare ma amatissimo da chiunque, ricchi e famosi compresi, malgrado la sua sostanziale economicità sia d'acquisto sia d'utilizzo. Il "commuter" più conosciuto al mondo è il fondatore e anima dei Talking Heads, David Byrne, che fin dagli anni '80 -e quindi ben prima che la bici uscisse dal ristretto ambito sportivo in cui era stata rinchiusa dall'avvento della motorizzazione di massa- si sposta in bici e, dalla scoperta della pieghevole, se la porta dietro in giro per il mondo in occasione dei suoi tanti concerti.

Da questa sua abitudine Byrne ha anche tratto un libro piuttosto corposo, "I Diari della Bicicletta", edito in Italia da Bompiani nel 2010: 384 pagine in cui il musicista, con il suo stile avvincente, racconta dei suoi spostamenti nelle città più disparate di tutto il mondo: Berlino, Buenos Aires, Istanbul, Bogotà, Manila, Sydney e anche Roma. Il capitolo romano della sua narrazione è uno dei meno lusinghieri per il nostro paese. Dal suo sellino Byrne si focalizza soprattutto sulla libertà offerta dalla bici in un contesto quasi sempre ostile a causa dello sviluppo urbanistico planetario che ha destinato la massima parte dello spazio ai mezzi a motore, con le conseguenze che è facile immaginare. Su tutto si allunga l'ombra leggera della bici che consente di "vedere le cose da un punto di vista abbastanza vicino ai pedoni, sommato al fatto di spostarsi con un mezzo non completamente separato dalla vita che si svolge per le strade. Piacere allo stato puro".

Meno famoso di Byrne, ma conosciutissimo in ogni angolo d'Italia, anche Lorenzo Cherubini, Jovanotti, è stato travolto dall'amore per la bici; ultimamente un po' sfortunato visto che in viaggio a Santo Domingo, a luglio scorso, si è fratturato il femore e ancora stenta a trovare la forma necessaria per rimettersi in sella. Ma tutti ricordano invece il suo personale festeggiamento dei 50 anni, con un lungo viaggio in Nuova Zelanda da cui ha tratto un minidocumentario, "Vado a fare un giro", visibile anche su Youtube.

La lista dei personaggi famosi folgorati dal mezzo, e che soprattutto lo usano, è lunga. Uno dei più assidui è Romani Prodi, che anche dopo gli 80 anni si diverte a salire sui colli sopra Bologna. Più parco nell'uso Mario Draghi, che però nutre un'ammirazione sconfinata per la meccanica e la bellezza del mezzo e di conseguenza dello sport. Da presidente del Consiglio, nel 2021 ricevette a palazzo Chigi gli eroi della fortunata spedizione a Tokyo: in quell'occasione Viviani, Ganna e compagnia gli regalarono una splendida Pinarello nero carbonio. Nel suo entourage si narra che l'allora premier era felicissimo di quel pezzo d'artigianato italiano, fatto su misura per lui, tanto da informarsi se a causa del suo alto valore potesse tenere la bici: non rientrando nel limite previsto per i regali ai capi del governo italiano, fu costretto a rimandarla indietro.

Tornando in zona musicale, Linus è tra i più accesi fautori dell'uso sportivo della bici tanto da organizzare gare amatoriali, e naturalmente a prendervi parte. Un quasi ultracyclist è Fabio Cannavaro, che ha iniziato a percorrere lunghe distanza quando era allenatore in Cina, al Guangzhou Evergrande. Al suo ritorno a Napoli ha continuato, riuscendo anche a pagare la sua scommessa in vista dello scudetto del Napoli, da piazza del Plebiscito al Colosseo: 254 km per il terzo titolo degli azzurri.

La conduttrice televisiva Filippa Lagerback non è solo un'appassionata ma anche una divulgatrice "di questo mezzo di trasporto geniale, perfetto -dice all'Adnkronos-. Trovo che la bici rappresenti per me la libertà, da ragazzina quando la utilizzavo per andare a scuola. Era il mezzo che mi poteva aprire un mondo sconosciuto, mi sentivo proprio la regina in sella alla mia bici e mi ha accompagnato durante tutto il periodo scolastico. Quando sono venuta a Milano ad abitare ho detto 'ma non è possibile che anche qui non possa trasmettere a mia figlia questo senso di libertà che ho sempre provato' così piano piano sui marciapiedi ho iniziato con lei a pedalare e poi ho fatto parte di varie associazioni di ciclisti di Milano per cercare di migliorare un po' la situazione per i ciclisti, ho scritto nel 2013 un libro sul tema, 'Io pedalo e tu?' che era una guida nel 2013 per incentivare altri a fare la mia stessa scelta di mobilità. Da lì è nato anche un programma di cicloturismo, per alcuni anni ho condotto su Sky 'In bici con Filippa', e tuttora sto facendo un programma, una rubrica, 'Le vie Green di Filippa in bicicletta'. Insomma la bici è un costante della mia vita, prima di tutto come mezzo di trasporto che trovo geniale, è perfetto, completo".

In tutt'altro ambito, molto più istituzionale, la bici ha fatto breccia anche al vertice della polizia, in questo caso nella persona dell'ex capo Franco Gabrielli, a lungo anche capo della Protezione civile. Adesso a Milano, nominato da Sala delegato alla sicurezza e coesione sociale, Gabrielli dice all'Adnkronos che "amo il trasporto alternativo, per la verità su tutti 'pedibus calcantibus'. Andavo in bicicletta a lavoro quando ero capo della polizia e ci vado volentieri tutte le volte che posso quando sono su Roma. A Milano, città dall’efficiente sistema di trasporto pubblico, mi muovo a piedi o con il tram (il mio preferito) e la metropolitana", ma ammette che sarebbe "un po' impegnativo definirmi ciclista". Anche il sindaco di Milano proprio oggi interviene in una storia su Instagram, con la foto di lui in sella e gli auguri di una "buona giornata mondiale della bicicletta".

"Come quasi tutti i romagnoli ho imparato prima a pedalare che a camminare e quindi si può immaginare quanto sia profondo l'amore che ho per la bici, declinato ovviamente in tutti i modi possibili", dice all'Adnkronos Marino Bartoletti, ex direttore di Rai Sport e ora, tra i vari incarichi, presidente dell'Associazione italiana città ciclabili. Coinvolto "dalla passione per il ciclismo che bene o male è rimasto sempre lo sport che ho amato di più, al piacere stesso di andare in bicicletta. E alla tenera età di 75 anni ci vado ancora con grande gioia, non più tardi di due giorni fa ero sulla ciclovia intitolata a Giacomo Puccini che va da Lucca a Viareggio a Torre del Lago: a prendere un po' di sole e a sgranchire le mie povere gambe, per me la bici è quella ed è gioia, libertà e benessere. Ed è il motivo per cui mi batto in tutti i modi possibili perché sempre più gente ci vada".

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