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Migranti muoiono in naufragio, bambina unica sopravvissuta: si teneva a galla con due salvagenti

I soccorritori: "Abbiamo sentito le sue urla, lottava per non annegare in una tempesta di 23 nodi". Le vittime del naufragio sono 44. Mediterranea: "Temiamo altri tre naufragi, sos Alarm Phone inascoltati"

Migranti (Fotogramma)
Migranti (Fotogramma)
11 dicembre 2024 | 12.39
LETTURA: 3 minuti

Oltre 300 migranti sono sbarcati nelle ultime ore a Lampedusa, dove dopo la tregua dovuta alle cattive condizioni meteo sono ripresi gli approdi. Tra loro c'è anche una bambina di 11 anni, originaria della Sierra Leone, che secondo le prime informazioni sarebbe l'unica superstite di un naufragio costato la vita a oltre 40 persone, partite dalla Tunisia. La bambina è stata tratta in salvo dall'equipaggio del Trotamar III, sbarcata all'alba sull'isola e condotta al Pte per accertamenti. Dopo le cure al poliambulatorio dell’isola, la piccola è stata accolta all’hotspot di contrada Imbriacola dove viene seguita da operatori e volontari della Cri.

I soccorritori: "Abbiamo sentito le sue urla"

La bambina si teneva a galla con due salvagenti improvvisati formati da camere d'aria e un giubbotto di salvataggio. "Arriva dalla Sierra Leone e ha detto di essere partita da Sfax in Tunisia su una barca di metallo con 45 persone", spiegano i soccorritori, che si sono accorti di lei sentendo le sue urla in piena notte, intorno alle 3.20. In mare per un'altra emergenza l'equipaggio del Trotamar III si è imbattuto nella piccola al largo di Lampedusa.

Secondo le prime informazioni, il barchino è affondato tre giorni fa. "La piccola lottava per non annegare in una tempesta di 23 nodi con onde alte 11 piedi - dicono dall'equipaggio - Supponiamo che lei sia l'unica sopravvissuta al naufragio e che le altre 44 persone siano annegate. Siamo profondamente sconvolti".

La bimba superstite: "Con me c'era mio fratello"

La bambina ai medici ha raccontato su quel barchino, partito circa 4 giorni da Sfax in Tunisia e colato a picco, c'era anche il fratello più grande. Il papà, invece, si troverebbe ancora in Tunisia, in attesa anche lui di salpare e affrontare la traversata del Mediterraneo. Almeno secondo il racconto della piccola.

Nell'area del naufragio proseguono le ricerche delle motovedette di Guardia costiera e Capitaneria di porto alla ricerca di eventuali altri dispersi o cadaveri. Ricerche al momento senza esito.

Mediterranea: "Temiamo naufragio di altre 3 imbarcazioni, sos Alarm Phone inascoltati"

Intanto Mediterranea Saving Humans denuncia che "almeno altri tre naufragi potrebbero essersi verificati nei giorni scorsi lungo la rotta tra le coste tunisine e Lampedusa", ricordando l'sos lanciato da Alarm Phone lo scorso 2 dicembre quando l'ong ha segnalato prima la sparizione di due barche con 45 e 75 persone a bordo, partite rispettivamente il 27 e il 30 novembre dalla Tunisia. Il 4 dicembre sempre Alarm Phone ha segnalato un’ulteriore imbarcazione con altre 45 persone dispersa dal 30 novembre. "Alarm Phone ha immediatamente comunicato tutte le informazioni in suo possesso alle autorità competenti nell’area, cioè ai centri di soccorso di Tunisia, Malta e Italia, ma nessun riscontro è stato da loro fornito", denuncia Mediterranea Saving Humans.

"Lungo la rotta dalla Tunisia a Lampedusa ha imperversato nei giorni scorsi una vera e propria tempesta - dice Luca Casarini di Mediterranea - per questa ragione chiediamo che le autorità italiane, insieme a maltesi e tunisini, lancino immediatamente un'operazione di ricerca a vasto raggio per rintracciare possibili superstiti. Vite in pericolo in mare non possono essere in alcun modo abbandonate".

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