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Migranti in Albania, domani udienza di convalida sui trattenimenti

Le udienze per sette migranti su otto

Albania, l'hotspot per migranti dall'Italia - Fotogramma
Albania, l'hotspot per migranti dall'Italia - Fotogramma
10 novembre 2024 | 10.36
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Sono fissate per domani, a quanto apprende l’Adnkronos, le udienze di convalida dei trattenimenti per i sette migranti portati venerdì scorso in Albania. Per un ottavo migrante, sempre richiedente asilo, risultato vulnerabile dopo l’arrivo era stato disposto il rientro in Italia.

Lo scorso 18 ottobre i giudici del sezione specializzata in materia di immigrazione del tribunale di Roma non avevano convalidato i trattenimenti, emessi dalla questura di Roma, per i primi migranti che erano stati portati all'interno del centro di permanenza per il rimpatrio di Gjader. Ordinanza che è stata poi impugnata dal Viminale in Cassazione.

La presidente di Md: "Scontro con governo? Lo vuole l'esecutivo, noi no"

Sui migranti "io non ho nessuna intenzione di fare nessuno scontro con il governo , è il governo che vuole fare uno scontro con me. E io da questo scontro voglio sottrarmi. Io non sono mai intervenuta in questo periodo perché c’è stata una personalizzazione insopportabile", detto intanto Silvia Albano, presidente di Magistratura Democratica, rispondendo ai giornalisti prima del convegno per il 60esimo di Md.

"Ci sono dei giudici che cercano di fare il loro lavoro, c’è stato un pronunciamento unanime di tutte le comunità dei giuristi, dall'unione delle camere penali all'associazione dei professori di diritto Ue e tutti hanno sostenuto che sulla primazia del diritto europeo non ci si può fare nulla", ha continuato.

"I giudici stanno solo cercando di fare il loro lavoro, applicare la legge e i rinvii alla corte di giustizia non sono solo su questo tema ma su tutti i temi regolati dal diritto dell'Unione e l'asilo è uno di questi", ha continuato.

"Il fatto che chi come noi cerca di applicare la Costituzione e le carte sovranazionali venga appellato come giudice comunista mi preoccupa molto per lo stato della nostra democrazia", ha poi sottolineato. E sull'appellativo di 'toghe rosse' spiega: "Ci appellano così, noi non abbiamo in tasca né il libretto di Mao né il Capitale di Marx: noi abbiamo in tasca la Costituzione e ora le carte sovranazionali".

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