"Attenzione al ruolo di società estere: a rischio la sicurezza nazionale"
L’intelligenza artificiale è l'uovo di Colombo per prevenire accessi impropri alle banche dati senza gravare di burocrazia l’attività investigativa. Umberto Saccone, veterano con 33 anni nell'Arma dei carabinieri, di cui 25 nel servizio di Intelligence nazionale Sismi, spiega all'Adnkronos: “Utilizzando algoritmi che analizzano i comportamenti di accesso, è possibile generare alert ogni volta che un utente effettua interrogazioni non compatibili con ruolo, incarico o territorio di competenza. Ad esempio, se un agente di una specifica area chiede informazioni su un’altra zona senza motivi apparenti, il sistema potrebbe segnalare l’anomalia per una verifica successiva da parte di una gerarchia superiore”.
Questo approccio, centrato sul controllo ex post, risulta preferibile rispetto all’obbligo di autorizzazioni preventive, che rischierebbe di rallentare le operazioni. “Se ogni accesso dovesse essere autorizzato preventivamente, il sistema risulterebbe sovraccarico, con il personale costretto ad attendere per ogni richiesta, rallentando in modo significativo l’attività investigativa.” Grazie all’Ia, gli alert si attiverebbero solo in casi specifici e realmente sospetti, consentendo ai reparti investigativi di operare senza inutili attese.
Oltre alla sicurezza interna, vi è un altro aspetto cruciale: il crescente mercato dei dati sensibili. Il fenomeno coinvolge, spesso, società straniere non legate a finalità investigative, che acquistano dati sensibili con potenziali ripercussioni sulla sicurezza nazionale. “C’è un vero e proprio mercato – sottolinea Saccone – e in questo mercato sono quasi certamente coinvolti società estere, rendendo la questione ancor più delicata. In tali casi - spiega - la vendita di dati a soggetti esteri potrebbe configurarsi non come accesso abusivo ai sistemi ma spionaggio o altri delitti contro la personalità dello Stato: reati gravissimi".