"Le parole del Papa suonano come un potente monito in un'epoca in cui la tecnologia sta diventando sempre più invasiva e determinante nelle nostre vite. Quando il Papa parla di 'un futuro senza speranza' se l'umanità dipendesse dalle scelte delle macchine, richiama l'attenzione sulla necessità di mantenere l'essere umano al centro del processo decisionale. Questo è un punto fondamentale perché le macchine devono essere strumenti al nostro servizio, non padroni delle nostre vite. La perdita di controllo umano su queste tecnologie minaccia non solo la nostra autonomia, ma anche la nostra dignità come esseri umani". Così all'Adnkronos Marco Camisani Calzolari, divulgatore scientifico, docente e scrittore, membro del Comitato IA per la Presidenza del Consiglio ed Esperto del Dipartimento per la Trasformazione digitale. "Si pensi alle 'armi letali autonome', anche io penso che la tecnologia non possa e non debba decidere chi vive e chi muore. L'urgenza del Papa nel chiedere un controllo umano significativo su queste tecnologie è non solo condivisibile, ma essenziale per evitare una deriva distopica. - sottolinea Camisani Calzolari - Da fautore del cyberumanesimo non posso che condividere la sua visione del concetto di 'dignità umana' in cui se permettiamo che l'IA operi senza un solido quadro etico, rischiamo di vedere una società in cui la dignità individuale viene compromessa, portando a un futuro dove il valore dell'essere umano è ridotto a semplici algoritmi". "Serve che tutti collaborino. Le aziende che sviluppano IA non la progettano con l’etica al centro. Anzi, spesso non è proprio prevista. Serve collaborazione tra sviluppatori, politici e la società civile per garantire che l'IA venga utilizzata per il bene comune e non solo per interessi economici o di potere. La politica deve creare le condizioni per un uso etico e fruttuoso dell'intelligenza artificiale. Questo significa regolamentare adeguatamente, promuovere la trasparenza nei processi decisionali e garantire che ci siano meccanismi di controllo efficaci per prevenire abusi. - evidenzia ancora Camisani Calzolari - In Italia siamo stati i primi ad avere pronto un Ddl per regolamentare l’IA. Speriamo che il passaggio parlamentare ne arricchisca i contenuti per arrivare a una legge il più possibile condivisa". "Altro punto fondamentale sollevato dal Papa è il rischio del 'paradigma tecnocratico'. La tecnologia non deve diventare un fine in sé, ma rimanere un mezzo per migliorare la nostra vita. Dobbiamo evitare che l'IA imponga modelli uniformi di comprensione della realtà, escludendo altre forme di verità e diversità culturale. L'intelligenza artificiale deve essere un baluardo contro la tecnocrazia, non il suo strumento. - conclude Camisani Calzolari - La sfida è enorme, ma con una visione etica e cyberumanistica, possiamo garantire che l'IA sia una forza positiva per il futuro dell'umanità".