"C’è grande attesa nelle sale di Palazzo per la riforma sulla separazione delle carriere in magistratura. Sono scaduti i termini per avanzare nuovi emendamenti (essendo previsto l’avvio della discussione per la seduta del 12 gennaio p.v.). Il tema è uno dei perni del progetto Nordio, che propone riforme strutturali del sistema giustizia in una vera e propria opera di ingegneria avanguardista rispetto ad un sistema che rivela da anni uno stato generale di affanno e inefficienze. Questa misura, in particolare, ha avuto e continua ad avere un impatto forte sul fronte del potere giudiziario, che si è detto in più occasioni contrario all’iniziativa, sentendosi bersaglio di un più generale piano di delegittimazione istituzionale. Le vicende di cronaca giudiziaria degli ultimi tempi hanno inasprito il dibattito (si pensi alla sentenza Salvini o ancora a quelle estremamente controverse sul Piano Albania per il rimpatrio dei migranti)". Così, in una nota, Meritocrazia Italia.
"L’intenzione è quella di evitare il fenomeno delle 'porte girevoli' per cui spesso i pm passano anni a costruire un palco accusatorio e poi si trovano a ricoprire le funzioni di magistrati giudicanti, passando più volte dall’uno all’altro fronte, in qualche caso addirittura a processo in corso. Questa contiguità tra il pubblico ministero e il giudice, effetto collaterale dell’attuale assetto organizzativo che consente l’intercambiabilità della funzione senza alcuna limitazione, contraddice l’idea che l’accusa debba restare distinta dall’attività giudicante, innescando un insolito spirito corporativo tra le due figure che compromette il fisiologico antagonismo tra i due ruoli, che, invece, è il vero presidio di efficienza e di equilibrio del sistema democratico", si legge.
"Per questi motivi Meritocrazia Italia ancora una volta ribadisce la propria adesione alla riforma, affinché la stessa sia adeguatamente coordinata con l’istituzione del doppio organo disciplinare di autogoverno ma anche con l’irrobustimento della normativa in materia di responsabilità civile dei magistrati, a oggi purtroppo rimasta nella pratica debolmente attuata, restituendo ai cittadini delle vere e proprie sacche di impunità anche nei casi di macroscopiche criticità dei provvedimenti decisori. In particolare, diventa decisivo in questo contesto proprio il doppio sistema disciplinare rispetto al quale l’Alta Corte di Giustizia resta organo di secondo grado a tutela dell’autonomia della magistratura", continuano da Meritocrazia Italia.
"Le finalità della riforma siano quelle di riportare la magistratura al suo prestigio originario non per status ma per l’altissima funzione ricoperta e garanzia di imparzialità e terzietà, per essere effettivamente custode di una giustizia che sia giusta e non solo de-finita tale; naturalmente sarà necessario intervenire con la medesima determinazione per lo smantellamento del sistema delle correnti e delle storture che queste hanno indotto tra gli equilibri interni alla magistratura e nei confronti degli altri interlocutori costituzionali - prosegue la nota - È intuitivo che la separazione delle carriere non potrà da sola risolvere tutti i problemi della giustizia perciò diventa indispensabile agire simultaneamente su tutti i fronti coinvolti per evitare che un progetto astrattamente coerente possa essere nei fatti claudicante e dunque tradire la sua intima finalità: il recupero della legittimazione istituzionale della magistratura, della giustizia tutta e in ultima analisi di uno Stato sensibile alle istanze della cittadinanza che troppo spesso rinuncia ex ante ad accedere alla tutela giurisdizionale nella rassegnata convinzione che nulla sarebbe comunque sufficiente per l’effettività della tutela dei propri diritti".