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Roma, donna trovata morta in auto. Il marito confessa: "L'ho uccisa io"

La 72enne è stata ammazzata con un colpo d'arma da fuoco. Si stavano separando, ma lui le aveva chiesto di ripensarci

La vittima e l'auto dove è stato ritrovato il cadavere della donna
La vittima e l'auto dove è stato ritrovato il cadavere della donna
06 agosto 2024 | 11.40
LETTURA: 3 minuti

Una donna è stata trovata senza vita oggi alle porte di Roma uccisa da un colpo d'arma da fuoco nella sua auto, una Fiat Panda rossa. A confessare di averla uccisa è stato il marito che è entrato in un bar tabacchi poco distante dal veicolo, lasciato in via Palombarese 222 a Fonte Nuova e ha detto: "L'ho uccisa, chiamate i carabinieri". Il commerciante, incredulo, è uscito in strada ritrovandosi davanti la scena terribile descritta dall'uomo. Per Annarita Morelli, 72 anni, non c'era ormai nulla da fare. Il marito 74enne, all'arrivo dei carabinieri di Mentana e della compagnia di Monterotondo, ha consegnato la pistola e si è fatto portare in caserma.

La coppia si stava separando, ma lui non voleva

I due si stavano per separare. Con il marito Domenico Ossoli la donna aveva recentemente avviato le pratiche necessarie. L’uomo, con il quale la vittima aveva tre figli, è ora in caserma dai carabinieri per essere sentito dal pubblici ministeri. "A marzo c’era stata la prima udienza di separazione, Annarita voleva andare avanti, troppi i tradimenti subiti" ha detto all’Adnkronos un'amica della 72enne uccisa. "E alla fine lei aveva trovato un suo equilibrio, mamma esemplare prima e nonna tanto presente, ora. Lui però la separazione non la voleva, le aveva chiesto di ripensarci". Inquilina dello stesso palazzo dove, al terzo piano, viveva Annarita, racconta di una famiglia normale, perbene.

"La decisione presa da Annarita non era mai stata né anticipata né seguita da liti, urla, tanto meno violenze. Insomma, nulla che potesse far mai immaginare un finale così. Domenico nella vita era stato autista di autobus, andava a caccia, per questo aveva il porto d’armi. Annarita, invece, faceva la casalinga, ha sempre custodito la casa e la famiglia in un modo ineccepibile. Da quando il marito se n’era andato, a causa di separazione avviata, si era messa a fare dei lavoretti per arrotondare i 300 euro che lui le dava al mese. Non voleva pesare, né chiedere nulla. E così andava a casa della gente a fare i mestieri, dava una mano alle nuore con il bambino, mentre lavoravano. Non si fermava mai. Una volta a casa, vista la sua grande passione per gli animali, si occupava dei gattini qui in zona", sottolinea.

Fuori dal suo appartamento, ora sotto sequestro, ci sono ancora le ciotole con i croccantini. "Domenica, a Tor Lupara, c’era stata una riunione per alcuni gatti colpiti dalle frecce - continua l’amica -. Lei era in prima linea per capire come venire a capo della situazione". Ma dell’uccisione di Annarita nessuno qui riesce a dare una spiegazione. "Stamattina il figlio più piccolo, che vive con lei, è venuto qui dal lavoro - ricorda la donna -. Non sapeva nulla di quanto fosse accaduto, ho dovuto dirgli io della madre. E poi Domenico, l’ultima volta l’ho visto sabato mattina. Mi è sembrato del tutto normale, tranquillo. Insisteva, però, perché Annarita ritirasse la causa di separazione. Aveva poi avuto da ridire per i lavoretti che faceva, diceva che non le avrebbe più dato i soldi, che lui la pensione se l’era meritata".

"'Non le do più una lira' ripeteva spesso. Ma mai, mai, frasi violente” dice all’Adnkronos il dipendente di una auto officina accanto al palazzo a Tor Lupara. “Da quando era andato in pensione, Domenico passava tutti i giorni qui. Per il caffè, per fare una chiacchierata. Non ricordo abbia mai detto nulla che facesse anche solo immaginare quanto accaduto oggi. Ma più volte, ultimamente, mi diceva che i giochi erano finiti, rubinetti chiusi, cose di questo tipo".

Le testimonianze

“Questa mattina Giancarlo ha ricevuto una telefonata ed è corso in strada" racconta all'Adnkronos Carmine Dello Iorio, il direttore dell’Iper Triscount di zona. "Era sconvolto, gli hanno ammazzato la sorella ed era ancora lì, in quella Panda rossa”.

Annarita veniva sempre da noi per i suoi gatti, aveva una colonia felina" racconta all’Adnkronos la dottoressa Cristina Bottiglione, medico veterinario di una clinica locale (VIDEO). "È arrivata prestissimo, perché io l’ho incrociata mentre andava via da sola, in auto, pochi minuti dopo le 8. Era passata per ritirare la ricetta di un antiparassitario, ma era tranquilla”. (di Silvia Mancinelli)

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