In occasione della chiusura delle celebrazioni dei 150 anni il principe è tornato a far visita allo spazio che è stato inaugurato nel 1874 dal re Vittorio Emanuele II
Era il 1874 quando il re Vittorio Emanuele II inaugurò con l'Esposizione internazionale dell'orticoltura lo Storico Mercato Centrale di Firenze. In occasione della chiusura dei festeggiamenti per i 150 anni dello Storico Mercato Centrale, l'erede di Casa Savoia, il principe Emanuele Filiberto, dopo la visita dello scorso anno, è tornato nel quartiere di San Lorenzo. Dopo una passeggiata tra le bellezze della città, una delle sue preferite, scelta anche come prima tappa del suo viaggio di nozze nel 2003, è stato accolto dai commercianti del rione. Con un accompagnamento musicale, i ragazzi del Liceo Artistico di Porta Romana si sono esibiti in una sfilata con gli abiti dell'epoca proprio per ricordare il giorno dell'inaugurazione dello Storico Mercato Centrale. A Emanuele Filiberto è stato consegnato anche un riconoscimento in memoria del suo avo, il re Vittorio Emanuele II, che nel 1874 ha inaugurato lo spazio. Il giro al mercato è iniziato con la visita alle botteghe storiche ed è finito tra assaggi e acquisti tra i banchi.
"È sempre un piacere tornare a Firenze e al mercato centrale, il mercato dei fiorentini. Mi piace stare tra la gente, passeggiare tra i banchi che sono veri pezzi di storia, testimonianze delle tradizioni più autentiche. Ma anche toccare con mano i prodotti, le materie prime e sentire il loro calore. Nei mercati si respira tanta umanità e sono il cuore pulsante delle città. Firenze? Una città meravigliosa, i fiorentini sono fortunati" ha sottolineato il principe Emanuele Filiberto.
A fare gli onori di casa il presidente del Consorzio dello Storico Mercato Centrale Massimo Manetti: "Siamo onorati che il principe Emanuele Filiberto sia tornato a fare visita al mercato che quasi 150 anni fa fu inaugurato dal suo avo Vittorio Emanuele II e che sia insieme a tutti noi per festeggiare la chiusura del nostro anniversario Oggi, come allora, il nostro mercato continua a difendere la tradizione che è nel nostro dna e l'identità di una città che è tra le più invidiate al mondo", ha concluso Manetti.