La procura ha affidato l'incarico a esperti dell'università di Siena e di Trento per verificare lo stato della Regina delle Dolomiti e capire se la valanga che ha ucciso 11 persone si poteva prevedere
E' attesa a "inizio ottobre", salvo eventuale proroga, la consegna della consulenza chiesta dalla procura di Trento guidata da Sandro Raimondi per capire le cause del crollo di parte del ghiacciaio della Marmolada che lo scorso 3 luglio ha travolto e ucciso 11 alpinisti.
L'incarico è stato conferito a luglio a esperti di fama internazionale dell'università di Siena (Dipartimento Scienze fisiche, della Terra e dell’ambiente) e di Trento (Ingegneria idraulica) per verificare lo stato della Regina delle Dolomiti e la stagnazione della massa d'acqua che si è creata a causa delle alte temperature (quella domenica in cima c'erano oltre 10 gradi). Gli accertamenti dei periti serviranno a capire se l'improvviso collasso del seracco terminale del ghiacciaio potesse essere previsto.
Migliorano, intanto, le condizioni di salute dei feriti coinvolti nella valanga di rocce e ghiaccio che ha fatto 11 vittime: tre donne (Erica Campagnaro, Manuela Piran e Liliana Bertoldi), due alpinisti della Repubblica Ceca (Pavel Dana e Martin Ouda), Nicolò Zavatta (22 anni) il più giovane delle vittime, e ancora Filippo Bari, Paolo Dani, Tommaso Carollo, Davide Miotti e Gianmarco Gallina. Ben otto vittime venete, di cui sette residenti in provincia di Vicenza.