No veti da Palazzo Chigi ma Renzi divide
Doveva trascorrere la giornata a casa, dopo la visita al Quirinale per le celebrazioni della Giornata della memoria, invece il premier Giuseppe Conte ha deciso di rientrare a Palazzo Chigi e lavorare dalla sede del governo per continuare nella difficile operazione di puntellare la maggioranza. Nel pomeriggio sono stati avvistati i 'costruttori' Bruno Tabacci e Renata Polverini, ma l'operazione responsabili al momento non decolla, il gruppo al Senato - dove la maggioranza relativa deve diventare assoluta per poter intraprendere la strada del Conte ter - il pallottoliere è fermo a quota 10, nonostante le voci insistenti di due possibili arrivi dalle file di Forza Italia. E nonostante la rassicurazione ai 'volenterosi' di "entrare di diritto" in un'eventuale lista Conte semmai la crisi dovesse avvitarsi, portando il Paese al voto.
Al momento ci sono dieci senatori, forse dodici, comunque non abbastanza per poter fare a meno di Matteo Renzi, che continua ad essere decisivo. L'idea di una maggioranza dove il senatore di Rignano avrebbe smesso di essere determinante non sembra ancorata realtà: Iv ha tenuto, la mossa del cavallo dell'ex premier non ha spaccato il partito renziano. Il segretario dem Nicola Zingaretti, in una direzione seguita passo passo da Palazzo Chigi, oltre a ribadire lealtà a Conte assicura che non ci sono veti su Iv, ma "legittimi e fondati dubbi sulla affidabilità per il futuro".
Gli stessi che nutre il presidente del Consiglio, perché chi gli ha parlato nelle ultime ore assicura all'Adnkronos che anche per Conte di veti su Iv non ce ne sono, "non sarà certo Giuseppe a porli, non lo ha mai fatto e non è nel suo stile". Ma Iv continua a restare la spina nel fianco, perché si teme il "morso dello scorpione" alle consultazioni al Colle, ovvero che Renzi indichi un nome diverso da quello di Conte e chieda discontinuità, ma anche perché il suo nome crea divisioni e fibrillazioni nel M5S, che sull'ex presidente del Consiglio si spacca.
Ieri in tanti, nella riunione congiunta dei deputati e senatori grillini, hanno guardato a Iv, bollando come un errore aver chiuso in modo netto a Renzi e ai suoi. Ma non tutti sono sulla stessa linea. I senatori sono sicuramente quelli più ostili a Renzi, sul piede di guerra, l'ex ministra Barbara Lezzi va all'attacco frontale su Facebook, incassando uno 'chapeau' da Alessandro Di Battista. Che stasera tornerà a parlare in tv, e su Renzi picchierà duro.
Un ostacolo non da poco sulla strada del Conte ter. Anche perché è il premier a rischiare di restare col cerino in mano, visti anche i tempi stretti della crisi. Intanto Iv spariglia, l'ex ministra Teresa Bellanova, fedelissima di Matteo Renzi, tira in ballo Luigi Di Maio, soffiando sul fuoco di chi sostiene che dietro la crisi ci sia la volontà di far fuori Conte e mettere il responsabile della Farnesina al suo posto. "Non metteremo veti su Conte ma non c'è solo lui - scandisce l'esponente di Iv ai microfoni di Tgcom24 - Andremo al Colle senza fare nomi ma per discutere di temi. Di Maio? Noi non poniamo veti e non li subiamo, partiamo dal programma".
Il titolare della Farnesina però, in una riunione coi suoi, ribadisce il suo pieno sostegno al premier: "Tirano in ballo il mio nome col chiaro intento di mettermi contro il presidente Conte. Sanno benissimo che sto lavorando fianco a fianco con lui, con la massima lealtà, per trovare una soluzione a questa inspiegabile crisi". Una soluzione però che al momento appare lontanissima, tanto che, tra Camera e Senato, impazza il toto-nomi su chi prenderà il posto di Conte.
(di Ileana Sciarra)