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Covid Italia, Iss: continuano a crescere le reinfezioni

Sono al 5%, più a rischio donne, giovani e sanitari. Mortalità non vaccinati 8 volte più alta che con booster

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07 maggio 2022 | 10.14
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"Dal 24 agosto 2021 al 4 maggio 2022 sono stati segnalati 397.084 casi di reinfezione" da covid, "pari al 3,3% del totale dei casi notificati". Mentre "nell'ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari al 5%", ulteriormente "in aumento rispetto alla settimana precedente" quando "il valore era 4,5%". E' uno dei dati segnalati nel report esteso dell'Istituto superiore di sanità (Iss) su Covid-19 in Italia. Un trend che gli esperti attribuiscono alle caratteristiche di super contagiosità e immunoevasione della variante Omicron e della sua famiglia, che si arricchisce di nuove sottovarianti come Omicron 4 (già segnalata in qualche regione del nostro Paese, come riferito ieri da Anna Teresa Palamara, direttore Malattie infettive Iss) e Omicron 5.

"L'analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021, data considerata di riferimento per l'inizio della diffusione della variante Omicron - si legge nel rapporto - evidenzia un aumento del rischio relativo aggiustato di reinfezione (valori significativamente maggiori di 1) nei soggetti con prima diagnosi di Covid-19 notificata da oltre 210 giorni, rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di fra i 90 e i 210 giorni precedenti; nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni, rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni; nelle femmine rispetto ai maschi. Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto", secondo l'analisi Iss, "alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (oltre l'80%), dove viene effettuata una intensa attività di screening, e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito familiare".

Ancora, il rischio di reinfezione è maggiore "nelle fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni), rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni. Verosimilmente", ciò è "attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d'età superiore a 60 anni". Infine, la probabilità di reinfezione è maggiore "negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione".

"MORTALITA' NON VACCINATI 8 VOLTE SUPERIORE A CHI HA BOOSTER"- Il tasso di mortalità standardizzato per età, relativo alla popolazione di età uguale o superiore a 5 anni, nel periodo 11 marzo-10 aprile 2022, per i non vaccinati (36 decessi per 100.000 abitanti) risulta circa 4 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (9 decessi per 100.000) e circa 8 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (5 decessi per 100.000)", evidenzia ancora il report.

Quanto al tasso di ospedalizzazione standardizzato per età, sempre relativo agli over 5, nel periodo 18 marzo-17 aprile 2022 "per i non vaccinati (123 ricoveri per 100.000 abitanti) risulta circa 3 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (48 ricoveri per 100.000) e circa 4 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (33 ricoveri per 100.000)", si legge ancora nel rapporto.

Infine, nello stesso periodo il tasso di ricoveri in terapia intensiva, sempre standardizzato per età e relativo alla popolazione over 5, "per i non vaccinati (7 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 abitanti) risulta circa 4 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (2 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) e circa 5 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (2 ricoveri in terapia intensiva per 100.000)".

IN LIEVE AUMENTO CASI TRA OPERATORI SANITARI - E' "in leggero aumento rispetto alla precedente settimana la percentuale di casi tra gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione (2,7% rispetto a 2,6% della settimana precedente)", rileva l'Istituto superiore di sanità.

CASI STABILI IN ETA' SCOLARE - Dall'inizio dell'epidemia sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata Covid-19" un totale di "3.736.764 casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 17.965 ospedalizzati, 398 ricoverati in terapia intensiva e 56 deceduti". Nell'ultima settimana, in particolare, risulta "stabile rispetto alla settimana precedente la percentuale dei casi segnalati nella popolazione in età scolare (18%) rispetto al resto della popolazione".

"Nell'ultima settimana - indica il rapporto - il 17% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 36% nella fascia d'età 5-11 anni, il 47% nella fascia 12-19 anni".

In età pediatrica, gli esperti rilevano "in diminuzione il tasso di incidenza e il tasso di ospedalizzazione in tutte le fasce d'età, benché i dati riferiti all'ultima settimana siano da considerare in via di consolidamento".

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