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Covid oggi Italia, Brusaferro: "Situazione sotto controllo"

Il presidente dell'Iss: "86 casi nuova mutazione variante Delta nel paese"

(Foto Fotogramma)
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22 ottobre 2021 | 17.12
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"In Italia la situazione è sotto controllo, abbiamo le incidenze più controllate rispetto ad altri Paesi europei". Lo ha ribadito il presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, nel suo intervento alla conferenza stampa sull'analisi dei dati del Monitoraggio regionale Covid-19 della Cabina di regia.

Nella mappa epidemiologica dell'Europa, "l'Italia ha i colori più chiari. Molte regioni sono in verde, dove la circolazione è più contenuta e la positività dei casi è contenuta. Altre parti dell'Europa sono caratterizzate da elevata circolazione, soprattutto nell'area orientale", ha aggiunto.

La nuova mutazione della variante Delta di Sars-CoV-2, "quella che si chiama AY.4.2, sostanzialmente risulta presente nel nostro Paese anche se in un numero piuttosto limitato di casi. Sono stati fatti 86 sequenziamenti, in base ai dati aggiornati al 19 ottobre", ha poi spiegato Brusaferro ricordando che la variante Delta 'classica' "oggi è quella dominante nella circolazione e rappresenta oltre il 99% dei sequenziamenti che vengono eseguiti nel nostro Paese. Ed è un dato molto coerente con il resto dell'Unione europea".

I dati delle vaccinazioni anti Covid sono "in lieve aumento". In particolare l'immunizzazione "continua a crescere, in maniera molto positiva, nella fascia di età 20-29 che con la prima dose ha raggiunto l'87,2%" Per le persone dai 12 ai 19 anni si arriva "al 71,2%". Stanno crescendo, sempre per la prima dose, "anche le altre fasce di età", ha infine evidenziato Brusaferro.

REZZA

"C'è una piccolissima inversione di tendenza nell'incidenza e nell'Rt", che ricrescono lievemente. Ma "l'andamento" dell'epidemia "si mantiene in questo momento piuttosto favorevole. La campagna di vaccinazione ha mostrato da noi un ottimo successo e le misure che abbiamo mantenuto in atto, pur riaprendo tutte le attività, hanno contribuito fino ad ora a tenere l'incidenza piuttosto bassa", ha sottolineato Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, durante la conferenza stampa sull'analisi dei dati del Monitoraggio regionale Covid-19 della Cabina di regia.

"L'incidenza - ha spiegato - risale ai livelli di 2 settimane fa, a 34 casi su 100mila abitanti: resta quindi bassa, specie se confrontata con quella della maggior parte degli altri Paesi europei". Ma soprattutto, restiamo "al di sotto della soglia fatidica dei 50 casi/100mila, al di sotto della quale è possibile fare tracciamento". Quanto all'Rt, "cresce molto poco, va a 0,86 - ha proseguito Rezza - anche in questo caso con una piccola inversione di tendenza" però "restando sotto 1, il che vuol dire che l'incidenza non dovrebbe aumentare nel prossimo futuro. Per quanto riguarda i tassi di occupazione di area medica e terapia intensiva, le cose vanno bene: per fortuna siamo al di sotto delle soglie critiche".

Quanto alle terze dosi, "non sappiamo ancora quando dovremo rivaccinare le persone più giovani per far sì che il virus continui a circolare poco. I dati si stanno accumulando ma non ci sono ancora evidenze definitive. Oltretutto i giovani si sono vaccinati più recentemente". "Probabilmente ci vorrà un po' di tempo per decidere se e quando rivaccinarli. Questo potrebbe spiegare un provvedimento come quello dell'allungamento del Green pass perché altrimenti, ogni sei mesi, bisognerebbe far qualcosa per rinnovarlo".

"Mi sembra che l'unica attenzione in questo momento vada posta sulla durata della protezione del vaccino": un elemento da "attenzionare" in modo da capire se "dare maggior enfasi" alle terze dosi nelle persone che ammalandosi di Covid rischiano di più. La protezione conferita dal vaccino, ha ricordato, "sembra essere molto buona nei confronti della malattia". Un po' meno "nei confronti dell'infezione, vuoi perché la variante Delta conferisce una parziale minor efficacia" dell'immunizzazione, "vuoi perché ci sono persone vaccinate molto molto tempo fa e sono magari le persone più a rischio". Da qui "nasce la necessità di attenzionare questo fenomeno - ha sottolineato il Dg - ed eventualmente dare maggiore enfasi non solo al completamento della campagna vaccinale per quanto riguarda il ciclo primario, ma anche per quanto riguarda terza dose nelle persone a maggior rischio di complicanze".

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