La stima dell'Associazione italiana di epidemiologia: "5 regioni a rischio alta incidenza tra 2 settimane. Tutte le classi d'età interessate ad aumento contagi, prevenzione under 12 priorità"
Gli ultimi dati epidemiologici sul coronavirus in Italia segnalano una "situazione in rapida evoluzione negativa" e "indicano una significativa accelerazione nella diffusione dei contagi che, a parità di condizioni, potrebbe portare tra due settimane 5 regioni a superare la soglia del tasso di incidenza settimanale di 250 casi per 100mila: sono (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Valle d'Aosta, Liguria e la provincia autonoma di Bolzano. Altre 8 avranno un'incidenza sopra i 150 casi per 100mila". Questa la stima del Gruppo di lavoro 'Made' dell’Associazione italiana di epidemiologia (Aie).
L’ultimo report di monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità (Iss), relativo alla settimana 1-7 novembre, "registra un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi di infezione da Sars-Cov-2, che si accompagna anche a un incremento dei ricoveri ospedalieri", prosegue l'Aie. L’indice di replicazione diagnostica Rdt a livello nazionale, stimato dall'Aie sui dati del 13 novembre, è pari a 1.42 e superiore all’unità in tutte le regioni. "Nelle fasi iniziali di crescita della curva epidemica, l’incidenza è cresciuta prima nelle fasce di età pediatriche, in particolare nei soggetti di età inferiore a 12 anni", ma i dati dell’ultima settimana analizzati dal Gruppo di lavoro Aie sorveglianza dell’incidenza Covid-19 "evidenziano che ormai tutte le classi di età sono interessate da un aumento dei casi positivi".
Tra le priorità per la gestione dell'attuale fase pandemica "deve essere individuata la prevenzione delle infezioni tra i soggetti di età inferiore a 12 anni, per i quali la vaccinazione non è ancora disponibile, sia per proteggerli dai contagi, sia per scongiurare situazioni che possano interrompere la continuità scolastica e recare nuovamente danno alla vita relazionale", alcune delle raccomandazioni dell'Aie per la gestione dell'emergenza Covid.
"Rispetto all'autunno scorso, il rilassamento di alcune misure di prevenzione sta portando ad un aumento dell'incidenza di sindromi influenzali, in particolare nelle fasce di età 0-4 anni, che certamente complica e aggrava il lavoro di inquadramento diagnostico e di gestione dei casi", avverte l'Aie.
Nell'attuale fase della pandemia di Covid-19 "tutte le classi di età sono interessate da un aumento dei casi positivi" e, "rispetto alle precedenti ondate, aver garantito complessivamente una buona copertura vaccinale (84% della popolazione over 12 anni), insieme alle misure di protezione adottate, ha sino ad ora consentito di contenere la pandemia ai livelli d'incidenza tra i più bassi d'Europa. Ma i dati mostrano una situazione in rapida evoluzione negativa", sottolineano quindi gli epidemiologi.
Gli epidemiologi hanno elaborato quindi 5 raccomandazioni: 1) Avviare la chiamata attiva per tutte le persone non ancora vaccinate, coinvolgendo le strutture del Servizio sanitario nazionale e i medici di medicina generale, per incrementare il più possibile, in tempi rapidi, la copertura vaccinale; 2) Accelerare la somministrazione della dose di richiamo per le persone che hanno ricevuto la seconda dose da più di 6 mesi, con priorità per i soggetti a maggior rischio; 3) Proteggere dal rischio di infezione i bambini e gli adolescenti, aumentando il livello di attenzione sulle misure di prevenzione nelle scuole e nei luoghi frequentati dai minori; 4) Potenziare i Dipartimenti di Prevenzione per le attività di identificazione dei casi sospetti, isolamento dei casi positivi e 'contact tracing', in particolare in ambito scolastico e comunitario; 5) Mantenere le regole generali di prevenzione: distanziamento fisico, ventilazione frequente degli ambienti chiusi, mascherina al chiuso e all’aperto in caso di aggregazioni di più persone.