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Clima, inaugurato il Giardino dei Ghiacciai nel Parco del Gran Paradiso

Inaugurato da Frosta e Legambiente il sentiero tra le iscrizioni storiche, incise negli ultimi 150 anni ai bordi dei ghiacciai, recuperate grazie a questa iniziativa

Clima, inaugurato il Giardino dei Ghiacciai nel Parco del Gran Paradiso
13 settembre 2021 | 14.45
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Nasce nel Parco Nazionale del Gran Paradiso il Giardino dei Ghiacciai, azione in difesa dell’ambiente. Il progetto, realizzato con il supporto del Comitato Glaciologico Italiano in collaborazione con il Parco Nazionale del Gran Paradiso, è stato inaugurato da Frosta, azienda del settore dei surgelati, insieme a Legambiente, in occasione della tappa finale della seconda Carovana dei Ghiacciai.

"In Frosta pensiamo che faccia parte della responsabilità di ogni impresa impegnarsi nella tutela della natura, dei ghiacciai, delle foreste, dei parchi naturali. Come azienda abbiamo un grande interesse a far sì che la natura sia protetta, perché senza la natura i nostri prodotti non possono esistere. Per questo vogliamo aumentare ulteriormente il nostro impegno in difesa dell’ambiente e siamo contenti di far parte del progetto di Legambiente", ha detto Felix Ahlers, Ceo di Frosta Ag.

Con questa azione sono stati recuperati i sentieri e le iscrizioni storiche, nel tempo parzialmente scomparse, incise negli ultimi 150 anni ai bordi dei ghiacciai del Gran Paradiso, lungo la Valnontey, per segnarne il limite e analizzarne il ritiro. Grazie alle ricerche del Comitato Glaciologico italiano e a questa iniziativa di valorizzazione, i segnali sono stati ritrovati e oggi sono nuovamente accessibili e visibili sia agli studiosi sia ai visitatori del Parco. Il percorso tra i segnali crea dunque un vero e proprio sentiero, il Giardino dei Ghiacciai, che trasforma un’eredità scientifica in un patrimonio culturale sul cambiamento climatico. Una targa esplicativa è stata posta all’ingresso del Parco per dare informazioni sul progetto ai visitatori.

Il progetto è impreziosito da Segnali dal Corpo Glaciale, opera d’arte diffusa realizzata da Andrea Caretto e Raffaella Spagna, artisti contemporanei che esplorano il confine tra arte, ambiente e paesaggio. L’opera è composta da cinque rocce su cui sono state incise altrettante parole che invitano i visitatori alla riflessione sul corpo glaciale: limite, istante, emissario, distacco e segnali. Le rocce sono poste a fianco alle incisioni storiche ritrovate e recuperate.

Sempre lì saranno successivamente collocate delle piccole sculture in bronzo. In occasione dell’inaugurazione inoltre si è tenuta una performance musicale di Alessandro Zolt, musicista e antropologo.

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