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Biden e la grazia al figlio, la giravolta del presidente fa discutere

I repubblicani attaccano, ma non mancano critiche dai dem

Joe Biden
Joe Biden
02 dicembre 2024 | 18.22
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Meno di sei mesi fa, Joe Biden negava categoricamente che avrebbe usato il suo potere presidenziale per graziare il figlio. Ora, a meno di due mesi dall'insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, e dopo aver trascorso le vacanze del Ringraziamento, l'anziano presidente ha annunciato il provvedimento che annulla le condanne penali, per possesso illegale di un'arma e per reati fiscali, il 54enne Hunter.

La mossa ha provocato, ovviamente, gli attacchi e le critiche dei repubblicani e di Trump, che può puntare il dito contro un abuso della gestione della giustizia da parte dell'amministrazione uscente. Ma anche qualche democratico sta esprimendo perplessità.

"Anche se come padre certamente comprendo il naturale desiderio di aiutare suo figlio graziandolo, solo deluso dal fatto che abbia messo la famiglia prima del Paese", ha scritto Jared Polis, il governatore democratico del Colorado, su X.

"Questo è un precedente negativo che potrebbe essere abusato dai prossimi presidenti e purtroppo macchierà la sua reputazione", ha poi aggiunto. "Rispetto Joe Biden, ma penso che questa volta abbia sbagliato", gli ha fatto eco il deputato dell'Arizona, Greg Stanton, sottolineando che questa "non era un incriminazione politica: Hunter ha commesso reati ed è stato condannato da una giuria".

L'atto di clemenza firmato da Biden è "pieno e incondizionato", vale a dire che non copre solo le due condanne, per le quali erano attese le sentenze il 12 e il 15 dicembre, ma anche qualsiasi azione penale futura relativa ad azioni che vanno "dal gennaio 2014 al dicembre 2024".

E' chiaro quindi che l'82enne presidente voglia così proteggere il figlio, da anni nel mirino di Trump e dei repubblicani per i suoi affari all'estero, in particolare in Ucraina e Cina, dalle molto probabili nuove azioni penali del prossimo dipartimento di Giustizia di Trump, che non fa mistero di volersi vendicare dei suoi nemici politici.

Nell'annunciare la grazia, Biden ha detto che Hunter è stato "perseguito in modo selettivo e ingiusto", solo perché suoi figlio, sostenendo che "è stato trattato diversamente" da persone incriminate per gli stessi reati alle quali viene solitamente proposto di patteggiare senza processi e rischi di pene detentive. "Nel cercare di colpire Hunter, hanno cercato di colpire me, e non c'è ragione di credere che questo si fermerà qui, quando è troppo è troppo", ha detto ancora ricordando che il figlio, che ha alle spalle anni burrascosi segnati dalla tossicodipendenza, come è clamorosamente emerso durante il processo in Delaware, "è sobrio da 5 anni e mezzo, nonostante i continui attacchi e le incriminazioni selettive".

L'ossessione di Trump sui presunti illeciti commessi di Hunter Biden portò l'allora presidente a bloccare nel 2017 gli aiuti all'Ucraina, chiedendo in cambio all'allora neopresidente Volodymyr Zelensky di avviare prima un'inchiesta su Burisma, la società energetica per cui Hunter lavorava, con il chiaro obiettivo di coinvolgere Biden padre. La vicenda provocò il Kievgate, al centro del primo processo di impeachment del tycoon.

Durante l'amministrazione Trump, era stata avviata poi un'inchiesta federale a carico di Hunter che, va ricordato, Biden non aveva sospeso una volta arrivato alla Casa Bianca. Anzi, l'attorney generale Merrick Garland ha dato lo status di procuratore speciale a David Weiss, il procuratore repubblicano del Delaware a cui originariamente era stata affidata l'inchiesta.

Controversie e critiche alle grazie decise dai presidente a conclusione dei loro mandati sono una regola per la politica americana. Come quelle suscitate dagli atti di clemenza firmati da Trump per i suoi ex stretti consiglieri Steve Bannon, Paul Manafort e Michael Flynn - questi ultimi condannati per vicende legate al Russiagate - e Charles Kushner, l'immobiliarista, padre del marito di Ivanka, Jared.

Ma la decisione di Biden di graziare il figlio arriva proprio mentre Trump rinnova quasi quotidianamente le accuse e le minacce contro la giustizia federale usata come un'arma politica contro di lui, in riferimento ai suoi tanti processi. Con i democratici che ora temono che, appena tornato alla Casa Bianca, il tycoon inizierà le sue vendette giudiziarie contro di loro.

E' interessante notare, come fa oggi il New York Times, che nella lunga dichiarazione con cui Biden annuncia e giustifica la sua decisione, il presidente usa degli argomenti che suonano stranamente coincidenti con quelli di Trump sulla politicizzazione della giustizia. "Io ho fiducia nel sistema di giustizia, ma, nonostante avessi problemi a fare questo passo, credo che la rozza politica abbia infettato questo processo portando ad un fallimento della giustizia", ha affermato Biden esprimendo la speranza che "gli americani comprenda perché un padre e un presidente sia arrivato a questa decisione".

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