Spesso richiesta, non viene applicata da 20 anni ed è sistematicamente commutata nell'ergastolo
Il procuratore militare Bamusamba Kabamba ha chiesto la pena di morte per i sei uomini processati a Kinshasa da un tribunale militare per gli omicidi dell'ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell'autista Mustapha Milambo, avvenuti nel febbraio 2021 nell'est del Paese.
Come riporta il sito d'informazione locale 'Actualité', la pena di morte è spesso richiesta e comminata nella Repubblica democratica del Congo nei casi di "sicurezza nazionale", ma non viene applicata da 20 anni ed è sistematicamente commutata nell'ergastolo.
"Le vittime sono state rapite, trascinate in profondità nella foresta prima di essere giustiziate", ha affermato il procuratore militare nella sua requisitoria davanti al tribunale militare della guarnigione di Kinshasa-Gombe, situato all'interno della prigione militare di Ndolo.
Cinque dei sei imputati sono attualmente detenuti, mentre un sesto è latitante ed è processato in contumacia. Tutti e sei sono accusati di "omicidio, associazione a delinquere, detenzione illegale di armi e munizioni da guerra". Attanasio, Iacovacci ed il loro autista sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco dopo essere caduti in un'imboscata nei pressi del Parco nazionale di Virunga, nella provincia del Nord Kivu.
Durante le udienze, l'accusa ha presentato gli imputati come membri di una "banda criminale", che inizialmente non intendevano uccidere l'ambasciatore, ma rapirlo e chiedere un milione di dollari per il suo rilascio.
Gli imputati presenti, arrestati nel gennaio 2022, hanno negato i fatti durante tutto il processo. Sabato sono previste le arringhe della difesa e poi sarà emessa la sentenza.