"Rallentamenti, bassa qualità di trasmissione, blocco totale della visione. Gli abbonati a Dazn ne hanno viste parecchie da quando utilizzano la piattaforma". Lo rileva Altroconsumo, che ha svolto con Youtrend un'indagine sul primo anno del calcio attraverso la contestata piattaforma. "Lo scontento nei confronti di questo sistema di streaming si è palesato fin dai primi mesi - complice anche un’impreparazione dei cittadini italiani a questa tecnologia - ma sta raggiungendo i massimi livelli in questo periodo, vista anche la recente decisione di vietare la visione delle partite su più schermi. Youtrend, in collaborazione con Altroconsumo, ha realizzato quindi un’indagine per andare a fotografare le motivazioni e il grado di insoddisfazione dei consumatori nei confronti della piattaforma e, più in generale, in questa modalità di fruizione in esclusiva".
"Quella che emerge dall’inchiesta è un’insoddisfazione generale degli utenti, dovuta ai continui malfunzionamenti della piattaforma, riscontrati non solo da chi possiede una rete internet lenta ma anche da chi dichiara di avere una linea ben funzionante. Tre questi di questi ultimi confermano di avere avuto almeno un disservizio. Il numero sale se si va ad interrogare gli utenti con una linea internet lenta, fino ad arrivare all’87%. Per andare in contro ai suoi abbonati, a seguito dei numerosi malfunzionamenti riscontrati lo scorso 23 settembre – in cui si sono verificate interruzioni fino a 30 minuti nelle partite Torino-Lazio e Sampdoria-Napoli – Dazn ha attivato il rimborso di una mensilità, dedicata, tuttavia, solo a quei clienti che, secondo il suo giudizio, erano effettivamente davanti allo schermo duranti il manifestarsi delle interruzioni verificatesi. Fra gli intervistati, il 66% non ha ricevuto alcun tipo di compensazione".
"La scarsa qualità del servizio Dazn dichiarata dai consumatori è legata a diversi fattori. Quello che si verifica con maggiore frequenza è il rallentamento della trasmissione, per quasi 3 utenti su 4 (dal 79% anche più di una volta). Altro importante problema è la scarsa qualità dell’immagine, riscontrata da 2 utenti su 3 almeno una volta. Inoltre, più del 62% dei rispondenti ha sperimentato anche un blocco totale della visione. Tutte queste problematiche hanno dato vita ad un malcontento generale molto forte e sentito. Più della metà degli intervistati, infatti, dichiara che non rinnoverebbe l’abbonamento il prossimo anno qualora la situazione non cambiasse, complice anche la recente decisione di permettere di vedere le partite solo da un dispositivo".
"Ben l'88% degli abbonati DAZN intervistati si dice convinto che i consumatori dovrebbero poter vedere la Serie A non solo in streaming ma anche con satellite o digitale terrestre. L'orientamento è nettissimo anche tra chi non ha avuto problemi tecnici con la piattaforma DAZN (89%), segno che è una richiesta trasversale tra gli abbonati. Oltre 8 su 10, inoltre, chiedono alle istituzioni di intervenire concretamente a loro tutela -osserva Lorenzo Pregliasco di YouTrend-. L'idea di svolgere questa rilevazione in collaborazione con Altroconsumo nasce dalla volontà di capire se le lamentele degli ultimi mesi sul servizio di Dazn fossero solo ‘rumore di fondo’ sui social media o se ci fosse invece un effettivo e diffuso malcontento tra gli abbonati. I dati ci permettono di dire che l'insoddisfazione è reale, e che riguarda anche le modalità di assegnazione dei diritti televisivi del calcio, visto che quasi 9 utenti su 10 vorrebbero poter vedere la Serie A anche su altri sistemi di trasmissione come satellite o digitale terrestre".
“Ormai è chiaro: la questione Dazn necessita di una riflessione molto più ampia e non riguarda solo il comportamento di una singola azienda, che pure noi per primi chiediamo con forza sia corretto e rispettoso degli impegni presi con tifosi e abbonati. La ricerca che abbiamo voluto condurre insieme a YouTrend ci mostra alcuni problemi dell’oggi, ma ancor più solleva importanti temi per il futuro di questo mercato molto remunerativo, in cui sono sempre di più gli utenti a fare le spese, e delle sue regole del ‘gioco’. Ecco perché va avviata subito una riflessione che chiami in causa gli attori che hanno concorso a vario titolo e in varie fasi a determinare la situazione a cui siamo giunti.” Ha dichiarato Federico Cavallo, Responsabile relazioni esterne di Altroconsumo. “Pensiamo in primis alla Lega Calcio, responsabile delle modalità operative con cui si è svolta l’assegnazione dei diritti e che oggi si sta disinteressando dei disservizi e dei possibili danni ai consumatori (come, ad esempio, l’ultima ipotesi di blocco all’utilizzo di più device) non prendendo una netta posizione e non vigilando adeguatamente sull'erogazione del servizio”.
"In secondo luogo, il Legislatore nazionale- prosegue Cavallo-: la legge Melandri era nata nel 2008 con tutt’altro intento, ovvero garantire proprio la libera concorrenza del mercato. La situazione attuale è senza dubbio molto distante da quei propositi. All'epoca nessuno avrebbe mai preso in considerazione lo streaming come strumento di trasmissione e, nonostante gli sforzi in corso, il nostro è ancora un Paese con importanti lacune concorrenziali e profonde diseguaglianze digitali che andrebbero colmate e non accentuate. È giunto perciò il momento di rivedere il quadro normativo per promuovere la tutela del consumatore finale, anche rafforzando i poteri delle autorità e in particolare dell’Agcom. In generale, serve porre nuove e migliori condizioni per favorire la fruizione di qualità dei contenuti sportivi. Se ciò non avverrà, Altroconsumo ha allo studio nuove iniziative che non tarderà a mettere in campo a tutela dei consumatori.” Altroconsumo ha, inoltre, aperto una petizione per richiedere una riduzione del prezzo dell’abbonamento a seguito della decisione di ridurre i dispositivi di visione collegati ad uno stesso account.