"Sarebbe importante puntare sulla umanità e non sui capitali e la comunità internazionale dovrebbe gestire al meglio questa nuova 'crisi'"
''Quando il popolo è ritenuto suddito da chi Governa accade che si spendano migliaia di euro per far passare una missione all’estero come determinante; muoiano tanti giovani militari su un progetto di democratizzazione; si investono risorse umane per addestrare il nuovo esercito riconosciuto dall’Onu. Salvo poi vedere la completa resa in pochi giorni della democrazia costruita con 'pezzetti di cartone'''. Lo sottolinea il movimento Meritocrazia Italia.
''La ritirata improvvisa e rapidissima delle forze della coalizione, che dal 2001 a vario titolo erano presenti in Afghanistan, ha aperto la strada per la Capitale alle milizie dello Stato islamico - aggiunge - Le forze di sicurezza afghane e la stessa infrastruttura statale si sono sciolte come neve al sole rendendo vano il sacrificio anche dei nostri militari che hanno cercato di riportare la libertà e la democrazia in una nazione che da secoli non conosce la pace. Quello che più colpisce è che le libere istituzioni non si sono radicate in questi anni, nonostante gli sforzi internazionali congiunti. Ed ora di quell'Afghanistan, dove anche le donne avevano parzialmente riacquisito i loro diritti, sembra non resti nulla''.
Meritocrazia Italia per il mezzo del Dipartimento Rapporti Internazionali confida ''sempre e solo nella verità affinché guerre nuove non ve ne siano''. ''Sarebbe importante - sottolinea il Movimento - puntare sulla umanità e non sui capitali e la comunità internazionale dovrebbe gestire al meglio questa nuova 'crisi' interpretando il sentimento di pace della maggior parte della popolazione mondiale. Il vero sacrificio è per qualsiasi cittadino sentirsi tradito dal proprio Stato quando utilizza migliaia di euro per missioni Militari senza scopo e senza prospettive mentre si stenta a garantire, con risorse finanziarie di molto inferiori, l’equità sociale. Questo aspetto sarà l’obiettivo principale del nostro Movimento perché la cura del prodotto interno umano è ben più di prospettiva di quella del prodotto interno lordo''.