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Via microplastiche dai cosmetici dal 2020, made in Italy è pronto

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19 dicembre 2018 | 15.23
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L’industria cosmetica italiana è pronta e arriverà puntuale, o più probabilmente in anticipo, alla ‘scadenza’ del primo gennaio 2020, quando entrerà in vigore il divieto al commercio di cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche. Uno stop deciso dal legislatore nella Manovra per il 2018 con un emendamento a firma dell’allora presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci.

Ma il made in Italy del settore, già dal 2015, aveva preso questo impegno insieme ai ‘colleghi’ europei. E’ quanto spiega all’Adnkronos Luca Nava, direttore generale di Cosmetica Italia, l'associazione nazionale delle imprese cosmetiche che riunisce oltre 500 aziende del settore.

“L’industria cosmetica a livello europeo, con il contributo dell’industria cosmetica italiana, già dal 2015 si è data una auto-regolamentazione per eliminare entro il 2020 le microparticelle di plastica solida da questi prodotti; quindi l’intervento del legislatore italiano arrivato l’anno scorso è intervenuto su un settore e su un obiettivo che già l’industria italiana condivideva da ben due anni”, sottolinea Nava.

Si tratta della Raccomandazione di Cosmetics Europe sull’uso delle microparticelle di plastica.

E i risultati sono già arrivati. “Sulla base delle ultime indagini fatte a metà anno, siamo arrivati alla conclusione che ormai, a livello europeo, il 97,6% delle microplastiche sono state eliminate da questo tipo di prodotti. Un dato che corrisponde a 4.250 tonnellate. Quindi se questo è il risultato a metà 2018 siamo più che confidenti che l’obiettivo del 2020 sarà raggiunto anzi possiamo dire che verrà raggiunto addirittura prima”, dice.

Un risultato frutto di impegno e investimenti da parte delle imprese che hanno dovuto rivedere le formule dei prodotti contenenti queste microparticelle: principalmente bagni doccia per il corpo con funzione di scrub, una piccola quota della più ampia fetta dei detergenti corpo che nel 2017 ha raggiunto un valore di mercato di 425 milioni di euro.

Secondo Nava, quindi, “al momento è rarissimo trovare prodotti che ancora contengono microplastiche e l’anno a venire scompariranno completamente anche quei pochi che potrebbero essere ancora sul mercato”.

“Siamo orgogliosi del fatto di essere intervenuti su questo tema ben prima che se ne occupasse il legislatore e ben prima che il marine litter diventasse di così grande attualità - conclude - Questa riduzione del 97,6% è frutto della raccomandazione di Cosmetic Europe ma anche di un lavoro che molte aziende avevano già iniziato precedentemente. Questo dimostra l’attenzione del settore cosmetico alle tematiche ambientali”.

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