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Una rete idrica che 'fa acqua', persi 39 litri ogni 100

(Foto AdnKronos)
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23 giugno 2017 | 16.07
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Gli acquedotti (in Italia ci sono 425mila km di rete, inclusi gli allacciamenti 500mila km) hanno una percentuale media di perdita pari al 39%, il che significa che si perdono nei tubi 39 litri d’acqua ogni 100 litri immessi. Al nord le perdite si attestano al 26%, al centro al 46% e al sud al 45%. Il 60% della rete nazionale è stato posato oltre 30 anni fa e il 25% supera anche i 50 anni. Ma il tasso nazionale di rinnovo è pari a 3,8 metri di condotte per ogni km di rete: significa che a questo ritmo occorrerebbero oltre 250 anni per sostituire l’intera rete.

Così Utilitalia, la Federazione che riunisce i gestori dell’acqua, secondo la quale il fabbisogno totale di investimenti è stimato in circa 5 miliardi all’anno per adeguare e mantenere la rete idrica nazionale (attualmente ci si attesta circa 32-34 euro per abitante all’anno); per l’Italia sarebbe necessario arrivare al livello minimo europeo, almeno 80 euro per abitante all’anno (in Francia sono a 88, nel Regno Unito a 102 e in Danimarca a 129 euro). I fondi per gli investimenti sono scarsi anche a causa del fatto che abbiamo le tariffe più basse d’Europa e tra le più basse del mondo.

I principali consumi dell’acqua riguardano irrigazione (51%), industriale (21%), civile (20%), energia (5%), zootecnica (3%). L’acqua potabile consumata al giorno da una persona complessivamente è di 245 litri. La spesa media mensile famigliare per la fornitura di acqua per uso domestico è di circa 13 euro. Una famiglia italiana consuma mediamente circa 200.000 litri di acqua potabile in un anno.

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